Rsa senza infermieri: ora si assume personale dall'estero

INFERMIERI Nuove assunzioni dall'estero per coprire i buchi nella Marca
TREVISO - Infermieri dall’estero per coprire i buchi nelle case di riposo. Dopo il progetto annunciato a fine aprile, adesso ci sono i primi arrivi. È l’Israa...

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TREVISO - Infermieri dall’estero per coprire i buchi nelle case di riposo. Dopo il progetto annunciato a fine aprile, adesso ci sono i primi arrivi. È l’Israa di Treviso a guidare la nuova internazionalizzazione dei centri per anziani. Lunedì arriverà un infermiere dalla Tunisia. Il giorno dopo sarà la volta di due dall’Argentina. Oggi ci sarà un colloquio online con dieci infermiere del Marocco, strada aperta da Abdallah Khezraji, formatesi nella scuola francese di infermieristica. E nelle stesse ore ci sarà anche un confronto con un gruppo di infermieri dell’Albania, che parlano in italiano con maggior facilità e per i quali è prevista una burocrazia più leggera. «È l’unica strada possibile. Nel 2001 avevamo già visto l’arrivo di infermieri croati, rumeni e polacchi, che poi si sono formati una famiglia in Italia. Ora siamo tornati indietro di 20 anni – spiega Giorgio Pavan, direttore dell’Israa – la carenza nasce da un’errata programmazione della formazione degli infermieri a livello regionale e nazionale. Poi si è aggiunta quota 100, l’incremento dell’attività infermieristica sul territorio e l’effetto della pandemia da Covid, a fronte della quale le Usl hanno richiamato sempre più infermieri, di fatto spopolando le case di riposo».

LE PROIEZIONI

Oggi l’Israa è a pieno organico con 72 infermieri per 850 anziani residenti. Ma si sa già che tra giugno e luglio 10 usciranno. Senza guardare all’estero, attualmente non sarebbe possibile trovare sostituti. Nelle case di riposo più piccole le cose sono ancora più complicate: ci sono strutture che vanno avanti anche con 3 infermieri in servizio su otto. Sul piano generale, le stime dicono che nei centri per anziani della Marca mancano complessivamente almeno 200 infermieri.

L’INTERROGAZIONE

E il problema adesso è arrivato anche in Parlamento. A portarcelo è uninterrogazione indirizzata al ministro della Salute, Roberto Speranza, firmata da un gruppo di esponenti della Lega, guidato da Giuseppe Paolin, nella quale si evidenzia “il rischio che senza un numero sufficiente di infermieri le rsa potrebbero non solo chiudere le porte a nuove ingressi ma addirittura dover far uscire alcuni degli ospiti già presenti”. Oltre alla revisione della programmazione per la formazione di infermieri in Italia, l’ipotesi sul tavolo è di prorogare per il 2022 e per il 2023 l’attuale norma (ad oggi valida fino al 31 dicembre) che in emergenza consente alle case di riposo di assumere personale sanitario al di fuori dell’Unione Europea, a patto che sia iscritto all’albo nel paese di provenienza. Non solo.

PIANO ASSUNZIONI

L’Usl della Marca ha messo a punto un programma per portare subito 50 infermieri nelle rsa. «Nella graduatoria di Azienda Zero, 190 infermieri hanno scelto Treviso – spiega il direttore generale Francesco Benazzi – ieri abbiamo inviato un telegramma a 50 tra questi, che andremo ad assumere, chiedendo loro di trascorrere 6 mesi nelle case di riposo. Una volta terminato questo periodo, potranno scegliere il reparto dove lavorare in ospedale».

MEDICINA TERRITORIALE

Il nodo è reso ancora più complesso dal fatto che mancano anche molti medici per i servizi territoriali. Stando ai conti fatti dall’azienda sanitaria, ne servirebbero 120: una quarantina negli ospedali e 80 tra gli ambulatori dei medici di famiglia, quelli della guardia medica e le stesse case di riposo. Negli ultimi giorni i problemi maggiori sono emersi nella guardia medica di Oderzo, che si è ritrovata a dover operare anche con 3 camici bianchi in servizio su 10. E negli ambulatori dei medici di famiglia di Villorba e Spresiano, dove a breve potrebbero andare in pensione almeno due dottori. «È stato chiesto ai medici dei comuni vicini di seguire i loro pazienti perché non si trovano sostituti – rivela Bruno Di Daniel, medico di famiglia di Maserada – ormai siamo arrivati al limite. Non troviamo nemmeno dottori che possano prendere temporaneamente il nostro posto in caso di malattia o per le ferie». 

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Il Gazzettino