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PORDENONE - Il grande nodo della sanità pordenonese torna ancora una volta al pettine. Mancano posti a causa di un’emergenza per certi aspetti imprevista, quindi l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale è costretta a stringere la cinghia su uno dei punti più delicati per le cure intermedie: gli accessi e la durata dei ricoveri nelle residenze sanitarie assistite. Tutto questo mentre momentaneamente è chiusa la struttura di San Vito e quando si attende ancora la riapertura - prevista a ottobre - del punto sanitario di sfogo di Casa Serena, a Torre di Pordenone.
Cosa succede
L’ennesima emergenza ha radici nel Sanvitese, con un caso che condiziona inevitabilmente la già precaria rete delle cure intermedie in provincia di Pordenone.
Giro di vite
Cosa sta succedendo, quindi, nel passaggio fondamentale dagli ospedali alle strutture di continuità e riabilitazione? È semplice, i posti sono tornati ad essere pochi e l’acqua è arrivata di nuovo alla gola. Il servizio di accoglienza di San Vito al Tagliamento dovrebbe ripartire il 24 luglio e fino ad allora si useranno - a riempimento completo - sia la struttura di Sacile che quella di Maniago. Tra poco, poi, la Rsa di Roveredo in Piano tornerà a quota 18 posti (oggi può ospitare solamente dieci pazienti), perché i lavori stanno per terminare. Fino ad allora, però, è stata necessaria un’azione forte, tesa a limitare quanto più possibile i ricoveri dagli ospedali alle residenze sanitarie assistite. Cosa significa? Primo che ogni ingresso nelle Rsa dagli ospedali viene monitorato con estrema attenzione. Quindi solo i pazienti che veramente non possono fare a meno del passaggio vengono accolti nelle strutture intermedie. Secondo, si accorciano i tempi di degenza nelle Rsa stesse e si limitano al massimo le proroghe. Un disagio in più soprattutto per gli anziani che non possono contare su di un’assistenza domiciliare di buon livello.
Il futuro
Il tutto mentre il capoluogo provinciale attende ancora la riapertura della Residenza sanitaria assistita di Casa Serena. In realtà, come raccontato una settimana fa, la struttura sarebbe anche pronta. I lavori sono terminati ma a mancare in questo caso sono le autorizzazioni finali e l’accreditamento, che devono arrivare dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale e dall’amministrazione regionale, o meglio dalla Direzione salute che fa capo alla stessa. La riapertura è attesa per il mese di ottobre.
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