Registra per gelosia le telefonate della compagna: condannato a 6 mesi

Registra per gelosia le telefonate della compagna: condannato a 6 mesi
GAVELLO - Convinto che la sua compagna, con la quale il rapporto si era ormai già deteriorato, lo tradisse con un suo amico, è stato arso dalla gelosia ed ha cercato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GAVELLO - Convinto che la sua compagna, con la quale il rapporto si era ormai già deteriorato, lo tradisse con un suo amico, è stato arso dalla gelosia ed ha cercato il modo per trovare conferme al sospetto che lo tormentava. Un modo che gli è costato una condanna a 6 mesi per interferenze illecite nella vita privata, pronunciata ieri dal giudice Alessandro Lucifora. Il 31enne Alberto Nicolazzi, infatti, aveva architettato un sistema di rudimentali registrazioni ambientali: non cimici vere e proprie, ma un registratore a cassetta, collocato in un punto nascosto della casa di Gavello dove convivevano, con il quale documentare il contenuto delle telefonate della donna di otto anni più grande di lui. É così che avrebbe registrato tutto quanto veniva detto all'interno dell'appartamento della compagna, in particolare telefonate che questa avrebbe fatto all'amante, convinta che nessuno potesse ascoltare le conversazioni.

 


Non solo, ma quanto registrato sarebbe stato poi trasferito su un dvd per una successiva diffusione, sia ai familiari della ragazza, che a quelli della compagna dell'amico fedifrago, in modo da dare sostegno alle sue accuse alla ex, che ormai a più riprese e davanti a più persone accusava di essere «una poco di buono». Il capo d'imputazione ricostruisce in modo dettagliato quanto sarebbe avvenuto fra settembre ed ottobre del 2012. «Mi fai schifo, io so tutto», la frase che avrebbe ripetuto, accompagnandola ad altri epiteti non edificanti. Offese che avrebbe ripetuto anche ad amici e parenti di lei, ma anche del ragazzo sospettato di aver preso il suo posto nel cuore della donna. Un comportamento che gli era costato anche un'imputazione per ingiurie e diffamazione, reati ormai depenalizzati, così che sono stati stralciati. É rimasta in piedi l'accusa più grave, per l'ipotesi di reato di interferenze illecite nella vita privata, ovvero quella secondo la quale avrebbe registrato tutto quanto veniva detto all'interno dell'appartamento della ragazza, procurandosi indebitamente notizie attinenti alla sfera personale. La difesa, affidata all'avvocato Riccardo Giandiletti, ha puntato sul fatto che non vi fosse alcuna traccia di registrazioni, che non sarebbero mai state effettuate. L'ex compagna, che aveva dato il via al procedimento con la sua denuncia, quando il loro rapporto è definitivamente naufragato, si è costituita parte civile con l'avvocato Elena Gagliardo ed ha ottenuto un risarcimento di 4mila euro.
Francesco Campi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino