Dal cinema a Palazzo Roncale i manifesti di Renato Casaro

Il cartellonista cinematografico Renato Casaro
ROVIGO - Un paio di mesi ancora, e aprirà a palazzo Roncale la mostra “Giovanni Miani. Il Leone Bianco del Nilo” (Palazzo Roncale dal 12 marzo al 26 giugno...

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ROVIGO - Un paio di mesi ancora, e aprirà a palazzo Roncale la mostra “Giovanni Miani. Il Leone Bianco del Nilo” (Palazzo Roncale dal 12 marzo al 26 giugno 2022). Intanto emergono particolari sempre più avvincenti, svelati dalla Fondazione Cariparo, promotrice dell’evento. A far rivivere l’atmosfera, i paesaggi, gli animali che Giovanni Miani incontrò nei sui tre viaggi alla scoperta delle sorgenti del Nilo e di esplorazione dell’Africa sub equatoriale, saranno anche gli animali e gli ambienti dipinti da Renato Casaro. Il celebre cartellonista cinematografico, trevigiano, classe 1935, ha dato vita al manifesto della mostra rodigina. 


L’artista ha al suo attivo più di un migliaio di manifesti per le grandi produzioni cinematografiche mondiali, da tempo si occupa dell’ambiente africano. La carriera di Renato Casaro è ricca di successi: per più di cinque decenni i suoi manifesti cinematografici hanno affascinato gli spettatori di tutto il mondo, collocandolo tra i grandi del settore e fruttandogli numerosissimi riconoscimenti. Molti dei suoi manifesti cinematografici, come quelli per La Bibbia, L’ultimo Imperatore, Balla con i lupi, Nikita, Rambo I-III, Il piccolo Buddha, solo per citarne alcuni, sono oggetti di culto e l’oggetto del desiderio dei collezionisti di tutto il mondo. 


LAVORO PER IL CINEMA 
Negli anni del suo intenso lavoro per gli studi cinematografici internazionali, Renato Casaro ha cercato un suo personale equilibrio lontano dal luccicante mondo del cinema. È stato il film “Le nevi del Kilimanjaro” di Hemingway a portarlo in Africa per la prima volta: l’adattamento per lo schermo ha trasmesso un forte desiderio di scoprire il “Continente nero”, luogo dove la realtà superava ogni immaginazione. La mostra di palazzo Roncale, dunque, introdurrà grazie a Casaro e Miani, i visitatori in un mondo rimasto lo stesso per centinaia di anni, a volte duro, crudele e spietato, altre volte struggente e tenero, in una terra dove la sopravvivenza è una lotta continua. 


Lo stile di Casaro è realistico, associato a colori vivi, ispirato ai modelli della cosiddetta Scuola americana, assorbiti nei molti anni di suo lavoro a Hollywood. Drammaticità e intensità connotano tutti i suoi dipinti. Un elefante in fase di attacco vi è reale quanto un branco di antilopi o zebre che cercano sollievo all’ombra di un albero nella calura di mezzogiorno. Ma come è riuscito l’artista ad annullare l’infinita distanza tra Hollywood e l’Africa? «Non è molto difficile – racconta -. Tutto, qua e là, è spettacolare ed eccitante, con la differenza che Hollywood è illusione e l’Africa la verità. È il massimo per un pittore trasporre questa differenza l’uno nell’altro». 

 

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Il Gazzettino