In due lettere scritte a mano tutte le verità sull’omicidio-suicidio

In due lettere scritte a mano tutte le verità sull’omicidio-suicidio
OCCHIOBELLO - Due scritti, vergati con calligrafia malferma, lasciati con l'intento di spiegare e rivolgere alcune richieste. In uno dei due biglietti, Paolo Chiarioni...

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OCCHIOBELLO - Due scritti, vergati con calligrafia malferma, lasciati con l'intento di spiegare e rivolgere alcune richieste. In uno dei due biglietti, Paolo Chiarioni parla del gesto che avrebbe compiuto: uccidere la madre Leda Bianchi, di 88 anni, per poi togliersi a sua volta la vita. L'anziana è stata soffocata nel suo letto con un cuscino, il figlio si è poi suicidato infilando la testa in un sacco di plastica e chiudendolo al collo con un cavo elettrico. Il 65enne ex edicolante di Santa Maria Maddalena, fratello maggiore del sindaco di Occhiobello Daniele Chiarioni, in un biglietto indica le ultime volontà, mentre nell'altro descrive in qualche modo, quali sono le motivazioni che lo hanno portato a compiere l'atto estremo e disperato, spiegando di come il peso della situazione che si era venuta a creare, accollandosi interamente il compito di accudire l'anziana a malata madre, fosse divenuto troppo gravoso per lui. Un atto di autoaccusa e l'invito a non indagare sulle due morti.

 


Le indagini, invece, sono ancora in corso, nonostante la ricostruzione di quanto avvenuto all'interno della villetta di via Lama, indicativamente fra le 9 e le 10 di mercoledì mattina, sulla base dei riscontri messi insieme dai carabinieri della Compagnia di Castelmassa, guidata dal capitano Federica De Leonardis, appaia già sufficientemente chiara. Il pm Sabrina Duò, che ha aperto un fascicolo per "atti relativi ai decessi", ha comunque disposto accertamenti approfonditi per non lasciare nulla di intentato. Per questo, anche se la compagna di Paolo Chiarioni, Sergia Musacchi, la donna che ha trovato i due corpi senza vita e che aveva con Paolo Chiarioni una relazione da più di dieci anni, ha riconosciuto la scrittura dell'uomo, è stato comunque deciso di acquisire lettere ed altri documenti autografi in modo da poter effettuare una comparazione con una perizia calligrafica. Parole scritte in stampatello all'interno del testo ed alcuni caratteri traballanti potrebbero essere una conferma del momento di confusione mentale che il 65enne stava attraversando in quel momento, ma il pm ritiene opportuno che a confermalo sia un esperto. Così come, le autopsie che sono state affidate al medico legale Lorenzo Martinelli dovranno confermare non solo che le due morti sono avvenute entrambe per soffocamento, l'orario, ma anche che Paolo Chiarioni abbia agito sotto l'effetto di una forte dose di potenti farmaci, motivo per cui non è scattato l'istinto di autoconservazione e non ha strappato il sacco che lo stava uccidendo. Fra l'altro, il medico di famiglia ha confermato il quadro delle patologie, sia fisiche che psicologiche, che affliggevano l'anziana madre, ma ha detto che il figlio godeva di buona salute e non gli risultava depresso, anche se questa circostanza, relativamente agli ultimi giorni, è stata confermata dalle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti sia dal fratello che dalla compagna che hanno descritto come l'uomo ultimamente fosse triste ed avvilito. Nessuno, però si sarebbe mai aspettato che potesse arrivare a compiere un gesto come quello che ha sconvolto Occhiobello e il Polesine intero. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino