​Stroncato a 51 anni dal male, addio a Nicola Laffusa

Stroncato a 51 anni dal male, addio a Nicola Laffusa
ROVIGO - Una malattia con la quale lottava da tempo, con la tenacia e la determinazione che gli erano proprie: la notte scorsa si è spento ad appena 51 anni Nicola Laffusa,...

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ROVIGO - Una malattia con la quale lottava da tempo, con la tenacia e la determinazione che gli erano proprie: la notte scorsa si è spento ad appena 51 anni Nicola Laffusa, maresciallo dei carabinieri della Compagnia di Rovigo. Assegnato al Nucleo investigativo, si è distinto in varie indagini, prima su tutte quella sulla tagica vicenda relativa alle morti dei due pazienti degli Istituti polesani di Ficarolo nell'ottobre del 2014, per i quali è stato accusato di omicidio, seppur incapace di stare in giudizio, un terzo paziente della struttura, che nel 2016 lo aveva visto ricevere un encomio dal comandante della Legione Veneto. Oltre all'impegno come militare, Laffusa, sempre gentile e distinto, pronto al sorriso e a a dare una mano a tutti, è stato per anni figura di riferimento, come allenatore e dirigente, nel mondo del calcio giovanile cittadino. Lascia i genitori Mario e Carmelina, la moglie Renata e gli adorati figli Samuel e Ilenia.

Di origini calabresi, attraverso i social anche i conoscenti più lontani hanno subito appreso la triste notizia, unendosi a un coro che ha visto persone da un capo all'altro dell'Italia, fra amici e colleghi, unirsi in un coro di dolore e stringersi ai familiari per la loro pesante perdita. Tanti i ricordi affidati ai social: «Una persona meravigliosa, esempio di lealtà e amicizia», «Grande uomo, amico, collega, educallenatore. Una persona speciale». «Un grande uomo che si è sempre impegnato per gli altri e per i giovani nel calcio: addio caro mister», «Ti ho sempre ammirato per la tenacia in tutto ciò che hai fatto», «Onorato di aver lavorato con te», «È stato un mio compagno di classe alla scuola media oltre che compagno di gioco all'ex oratorio in parrocchia a Santa Maria di Loreto». «È sempre stato un piacere parlare con te: sempre sorridente, sempre cordiale, sempre gentile», «Una stupenda persona, sempre gentile e sorridente», «La vita ci ha portato lontano, ma porto sempre con me il ricordo del tempo passato insieme a preparare il recital in parrocchia e tu con la tua pazienza e il tuo sorriso eri pronto a risolvere ogni problema».
F.Cam. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino