ROVIGO - Latitante da più di sei anni, minacciava di morte l’ex moglie e i figli costringendoli a vivere nel terrore. Ma l’ultima telefonata, quella di...
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La famiglia era scappata anni fa dall’Albania proprio per sottrarsi alle violenze del 49enne e aveva raggiunto alcuni parenti a Rovigo nel tentativo di rifarsi una vita. Senza però riuscire a tagliare del tutto i ponti con il passato: l’uomo, infatti, continuava a tormentare la ex con telefonate minatorie cui la donna aveva quasi fatto l’abitudine. Martedì scorso, però, un dettaglio l’ha fatta rabbrividire, tanto da spingerla a rivolgersi alla polizia: Ardjan conosceva il bar in cui lei andava a fare colazione tutte le mattine. L’avrebbe raggiunta e si sarebbe vendicato della sua fuga.
Minacce da non sottovalutare, visto che l’uomo in questione era in Italia con un ordine di carcerazione pendente emesso nel 2013 dal Tribunale di Brescia per fatti risalenti al 2002 e mai eseguito perché nel frattempo lui aveva fatto perdere le proprie tracce. Era tornato in Albania e si era sposato. Oltre a questo, c’era il rischio che fosse armato. Gli agenti della Squadra mobile guidata dal commissario capo Gianluca Gentiluomo hanno capito subito di essere di fronte a una situazione molto pericolosa: dagli accertamenti fatti il 49enne si trovava in Italia, quindi l’ex moglie e i figli erano bersagli a rischio.
Come prima cosa la polizia ha trasferito la famiglia in un luogo sicuro, avviando nel frattempo gli accertamenti: 48 ore di indagini no stop in cui gli agenti non hanno chiuso occhio. Già il giorno, dall’incrocio dei dati, è risultato che il latitante era a Trieste. A quel punto due equipaggi della Squadra mobile hanno raggiunto la città e dopo ore di appostamenti, lo hanno braccato venerdì pomeriggio. L’arresto è scattato quando il 49enne è uscito dal portone di casa in compagnia di chi gli aveva offerto ospitalità. L’albanese non era armato, ma aveva con sé il cellulare con doppia sim da cui erano partite le chiamate minatorie.
Adesso l’uomo è in carcere a Trieste, dove sconterà la pena, mentre l’ex moglie e i figli possono finalmente tornare a vivere senza l’incubo delle sue minacce. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino