Rovigo, disabile per colpa del parto. Paga una dottoressa

Rovigo, disabile per colpa del parto. Paga una dottoressa
ROVIGO - Ci sono state colpe in ospedale: la Corte di Cassazione si è pronunciata ieri sul procedimento penale relativo alla nascita di Eleonora Gavazzeni, venuta alla luce...

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ROVIGO - Ci sono state colpe in ospedale: la Corte di Cassazione si è pronunciata ieri sul procedimento penale relativo alla nascita di Eleonora Gavazzeni, venuta alla luce il 3 dicembre 2008 all'ospedale di Rovigo con gravi danni neurologici provocati da quanto avvenuto, quella notte, confermando quanto deciso dalla Corte d'Appello di Venezia il 15 marzo dell'anno scorso, solo per quanto riguarda una delle due dottoresse. La sentenza di secondo grado, ribaltando l'assoluzione pronunciata in primo grado il 12 gennaio 2016, aveva riconosciuto la penale responsabilità delle due ginecologhe dell'ospedale di Rovigo Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello, accusate di lesioni personali colpose, e pur dichiarando il non doversi procedere nei loro confronti in quanto il reato era estinto per intervenuta prescrizione, le aveva condannate, in solido con il responsabile civile dell'Ulss 18, ora Ulss 5, al risarcimento dei danni nei confronti del padre della bambina, Davide Gavazzeni, costituitosi parte civile con l'avvocato Mario Cicchetti del foro di Rieti, prevedendo il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 250mila euro in vista della liquidazione in sede civile.

 
RICORSI RESPINTI
La Suprema corte ha respinto i ricorsi presentati dalle difese della dottoressa Dibello e dell'Ulss, con la decisione che diventa quindi definitiva nei loro confronti. Per quanto riguarda, invece, la posizione della dottoressa Cisotto, oggi in pensione, la Cassazione ha accolto il ricorso difensivo, rinviando alla corte d'appello di Venezia, sezione civile, per rivalutarne la posizione solo a fini risarcitori. Il procuratore generale, nell'udienza della mattina aveva chiesto l'annullamento della sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Venezia senza rinvio, in quanto «il fatto non sussiste». La stessa formula che era stata pronunciata al termine del processo di primo grado, a Rovigo, da parte del giudice Alessandra Martinelli.
La madre era entrata in travaglio la mattina, per essere poi accompagnata in sala parto alle 21.40. Le porte della sala operatoria per il cesareo si aprono alle 23.30. Al momento della nascita, la piccola ha gravi lesioni neurologiche. Secondo l'ipotesi della Procura sarebbe stato possibile evitarle o limitarle intervenendo tempestivamente con il cesareo. Per questo il pm Davide Nalin aveva chiesto una condanna a 8 mesi per le due dottoresse, mentre il padre della piccola aveva chiesto un risarcimento di 4 milioni di euro. Nel processo di secondo grado è stata disposta un'ulteriore consulenza che avrebbe evidenziato negligenze nel comportamento delle due dottoresse. La Corte d'Appello di Venezia è già chiamata ad esprimersi sul ricorso presentato contro la sentenza di primo grado del Tribunale civile di Rovigo, dello scorso 19 settembre, con la quale il giudice Pierangela Congiu ha stabilito un risarcimento record di oltre 5 milioni nei confronti della bambina e della madre.

Francesco Campi
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Il Gazzettino