Guerrato taglia 13 dipendenti. Sei "salvati", agli altri soltanto un bonus

Azienda Guerrato
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ROVIGO - La Guerrato lascia a casa 13 persone, a fronte di costi del personale indiretto pari a 2,4 milioni registrati nel 2020. Lo scorso anno si erano avuti in totale costi generali per 5,8 milioni, con la produzione arrivata a 76 milioni.


«Lo scorso 6 luglio ci è arrivata una comunicazione da parte della nuova proprietà, che ha sede a Pescara - hanno spiegato Mirco Bolognesi della Uil e Riccardo Bego della Cgil - nella quale venivamo avvisati che era intenzione della Guerrato di fare a meno di 19 persone sulle 248 totali. Il fatto negativo è che questi 19 lavoratori sono tutti della sede staccata di Rovigo, nata nel 1973, nella quale operano in totale 35 unità. Ci siamo immediatamente attivati e nel giro di un paio di giorni siamo riusciti a parlare in video conferenza con i legali della società, che è da sempre attiva in ambito ospedaliero e dell’assistenza idraulica. Non potevamo, però, fare un sopralluogo in azienda, visto che non essendoci alcunn iscritto nelle tre sigle sindacali, è impossibile interagire. Uno dei 35 dipendenti ci ha poi dato la delega e così siamo stati in grado di convocare anche delle assemblee con i lavoratori, alle quali hanno partecipato sette su tredici dei coinvolti nei licenziamenti».
L’ACCORDO
Dopo una trattativa con i legali rappresentanti dell’azienda, «siamo riusciti a strappare una buona uscita di seimila euro per 13 dei 19 lavoratori che saranno licenziati e in aggiunta altre quattro mensilità, per un totale di 10mila euro. Inoltre abbiamo salvato il posto di lavoro a sei persone, pari al 30% di quelle individuate dalla ditta. Tutto questo lo abbiamo fatto a costi zero per i lavoratori, dato che non ci sono iscritti, a parte quello citato».
Uil, Cgil e Cisl hanno quindi fatto il possibile per evitare che la situazione potesse essere ancora più grigia di quella prospettata. «Ora siamo attesi dal tavolo in Regione, nel corso del quale sottoporremo il caso all’assessore preposto Elena Donazzan. Certo è che stiamo lavorando nel buio più completo, dato che non sappiamo proprio nulla di questi lavoratori. Soprattutto non possiamo trattare senza sapere che cosa vogliono. Non è una situazione a noi nuova, in quanto anche con Bellelli e le Acciaierie ci eravamo trovati ad agire senza avere rappresentanti sindacali all’interno. Abbiamo comunque proposto soluzioni alternative alla Guerrato, come la formazione dei dipendenti o la cassa integrazione, ma ci sono state negate».
L’IMPEGNO

Bolognesi e Bego, anche a nome di Enrico Rezzi della Cisl, si sono detti più che soddisfatti per essere riusciti fin qui a portare a casa un bel risultato, nonostante tutte le avversità riscontrate. «Abbiamo messo a disposizione il nostro tempo in maniera totalmente gratuita, in perfetto spirito sindacale. I lavoratori devono capire che fare squadra è il motto sindacale, mentre le divisioni e le accuse non portano ad alcunché. Siamo contenti anche di essere operativi in pieno periodo di chiusura dei nostri uffici. Questo vuol dire avere a cuore il destino dell’economia polesana».
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Il Gazzettino