Prosciugata la palude all’ex parcheggio del centro commerciale Le Torri

I proprietari hanno eseguito l’ordine di intervenire sull’area chiusa da un anno

Il parcheggio interrato dell'ex centro commerciale era divenuto una palude maleodorante
ROVIGO - Via il ristagno dai toni verdastri, via la spazzatura che galleggiava sulla superficie dell’acqua, via le esalazioni di cattivi odori che si addensavano nei...

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ROVIGO - Via il ristagno dai toni verdastri, via la spazzatura che galleggiava sulla superficie dell’acqua, via le esalazioni di cattivi odori che si addensavano nei dintorni del parcheggio sotterraneo dell’ex centro commerciale Le Torri di via Sacro cuore. Ieri mattina l’area che per mesi è stata una palude a ridosso del centro, si presentava ripulita. I centimetri di liquido sporco e maleodorante che hanno ricoperto la pavimentazione del parcheggio ormai inutilizzato e da quasi un anno interdetto ai veicoli, sono spariti. Qualche traccia dell’allagamento ancora si poteva scorgere: nelle zone non esposte alla luce del sole, nelle parti seminterrate tra un pilone e l’altro della struttura, le chiazze di umido erano ancora presenti, ma nel corso della giornata viene facile pensare che, grazie alla circolazione dell’aria si siano in gran parte asciugate. Nelle porzioni di parcheggio all’aperto, quelle più esposte all’aria, come lungo le corsie di uscita dal parcheggio e i muri perimetrali, il cemento della pavimentazione si presentava asciutto.


 

L’ORDINANZA
L’operazione di pulizia e asciugatura dell’ex parcheggio, dopo mesi di attesa, è stata dunque realizzata. A imporre l’intervento era stato il commissario straordinario di Palazzo Nodari Gianfranco Tomao, attraverso un’ordinanza firmata nelle ore immediatamente successive alla sua nomina. D’altra parte, i sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco e dal personale dell’Ulss 5 nelle scorse settimane, parlavano chiaro: l’acquitrino che si era formato a causa dello spegnimento delle pompe di sollevamento doveva essere eliminato. Perché «dal punto di vista igienico sanitario - come ha scritto l’Ulss nella propria relazione - si ritiene che la prolungata presenza di acqua stagnante possa rappresentare un pericolo potenziale per la salute pubblica, in particolare con l’aumento della temperatura primaverile-estiva, momento in cui prende avvio il ciclo biologico delle zanzare».


Una bomba a orologeria, in poche parole, che andava disinnescata velocemente. Non a caso l’ordinanza del commissario Tomao fissava in 10 giorni il tempo assegnato ai privati proprietari dell’ex parcheggio per intervenire. Intervento che dopo mesi di attesa, è stato compiuto. Basti pensare che le prime segnalazioni da parte dei cittadini, poi portate all’attenzione dell’allora amministrazione Gaffeo dall’ex consigliere leghista Lorenzo Rizzato, risalgono allo scorso dicembre. Ma il Comune era al corrente della situazione: nelle carte dell’ordinanza emerge che già lo scorso ottobre la Polizia locale aveva effettuato un sopralluogo. A dicembre, invece, era stato il personale dell’Uuficio Ambiente ad effettuare un’ulteriore ispezione. Nulla, però, si era mosso fino a pochi giorni fa. A inizio febbraio era stato il presidente dell’Ordine dei medici Francesco Noce a rivolgersi al Comune, ai vigili del fuoco e all’azienda sanitaria per segnalare il degrado della zona e il rischio che l’acquitrino a cielo aperto rappresentava per la salute pubblica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino