Rotta balcanica: aumentati i controlli per rischio terrorismo. Flussi in calo del 50%, ma incognita primavera

L'assessore Roberti: "Arrestati cento passeur". Il Pd: "Controlli colabrodo"

Rotta balcanica: aumentati i controlli per rischio terrorismo. Flussi in calo del 50%, ma incognita primavera
PORDENONE/UDINE - Con l'attentato rivendicato dall'Isis all'auditorium del centro commerciale di Mosca si sono alzati immediatamente anche i Italia i livelli di...

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PORDENONE/UDINE - Con l'attentato rivendicato dall'Isis all'auditorium del centro commerciale di Mosca si sono alzati immediatamente anche i Italia i livelli di allarme. Non solo resta sempre attivo il rischio terrorismo, ma ancora di più lo è quello legato alla possibilità di infiltrazioni. E l'arrivo dei migranti, anche se l'equazione, non è certo corretta, potrebbe facilitare questo rischio di far entrare nei nostri confini persone di cui non sin conosce nulla e quindi non possono essere controllare e verificate.


ROTTA BALCANICA

Uno degli ingressi che senza dubbio preoccupa è quello della rotta balcanica che ha uno dei suoi terminali di approdo proprio in regione, sia nell'area goriziana che quella triestina, aggiungendo poi quella udinese. Di fatto, però, gli accessi senza la possibilità di conoscere non solo le persone, ma neppure il numero, comportano il fatto che i migranti senza aver effettuato alcun controllo, possono disperdersi sul territorio o anche in altre regioni. Proprio per questo - secondo la Lega - è necessario proseguire con i controlli ai valichi di frontiera. Una richiesta fatta all'origine dal senatore Marco Dreosto e accolta dal ministro Piantedosi, ma che ora lo stesso senatore ha intenzione di ribadire.


I NUMERI

La prima cosa che balza agli occhi, merito anche della morsa dei controlli sui confini, è il fatto che da gennaio a marzo di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, gli accessi dalla rotta balcanica si sono dimezzati. I dati parlano chiaro. Nel gennaio dello scorso anno ad entrare erano stati 1.248 migranti (si tratta di quelli intercettati o che si sono presentati per la richiesta di permesso) contro i 453 del gennaio del 2024. Più o meno stessa percentuale anche per il mese successivo: a gennaio 2023 gli ingressi non autorizzati erano 1.485, mentre quest'anno sono stati 683. A marzo il numero era salito nel 2023 a 1.702, contro i 247 dei primi undici giorni di quest'anno. Sono segnali importanti che indicano che i controlli hanno fatto il loro compito. «Certo che sono risultati buoni - commenta l'assessore regionale alla Sicurezza, il leghista Pierpaolo Roberti, e sono frutto senza dubbio della pressione che è stata messa con il blocco dei confini. Non dimentichiamo, infatti, che tra le cose più importanti, oltre ai rintracci che hanno superato di gran lunga le mille unità, ci sono da registrare anche un centinaio di arresti tra i passeur, ossia chi materialmente trasportava i migranti in Friuli Venezia Giulia. Averne fermati oltre cento è significativo e ha drasticamente ridotto i numeri dei passaggi».


PROSEGUIRE

C'è subito da dire che ovviamente il calo degli accessi non è legato solo ai controlli, ma anche al fatto che c'è stato un inverno più rigido rispetto a quello dello scorso anno che di fatto aveva consentito i passaggi lungo la rotta balcanica anche a gennaio quando l'assenza di neve garantiva maggiore sicurezza. La vera cartina di tornasole, infatti, sarà già con il mese di aprile. La richiesta di Dreosto al ministro, in ogni caso è di proseguire con i controlli il più possibile. «Abbiamo un accordo - ha spiegato il segretario leghista - che le verifiche proseguiranno almeno sino a giugno, ma l'obiettivo è proseguire ancora, proprio a fronte dei risultati ottenuti. Dobbiamo ad ogni costo ridurre il più possibile il rischio di infiltrazioni terroristiche».

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L'OPPOSIZIONE

Non è dello stesso parere il Pd. «Va ripensato lo spreco di forze agli ex valichi confinari, dove i controlli non hanno determinato nessun cambio di passo sui flussi e tantomeno risultano intercettati terroristi di passaggio. Se c'è un aumento del rischio terrorismo noi chiediamo che funzionino i sistemi di prevenzione veri non questi controlli colabrodo, che i servizi di sicurezza interni ed esteri lavorino con efficacia e senza clamore. Le forze dell'ordine siano impiegate dove servono sul serio, anche perché nei ranghi di polizia e carabinieri c'è un buco di 25mila unità di personale destinato inesorabilmente ad aumentare. Inoltre la Lega che chiede più controlli ai confini dopo addirittura smentisce Piantedosi». Lo afferma la capogruppo Pd nella commissione Affari europei in Senato Tatjana Rojc, replicando al senatore e segretario della Lega Marco Dreosto. « Dreosto - ha spiegato la Rojc - si è dimenticato di aggiungere con quale personale intende rinforzare i controlli. Sono gli stessi sindacati di Polizia a confermare che con la sospensione di Schengen complessivamente il flusso non è calato e aggiunge Rojc - chi governa in Regione sa già che il flusso dei migranti aumenterà con l'arrivo della primavera e di temperature più miti».

 

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Il Gazzettino