Rotta balcanica, un hot spot per "rinchiudere" i migranti. Il centrosinistra attacca: «Struttura ingovernabile e inefficace»

Rotta balcanica, un hot spot per "rinchiudere" i migranti. Il centrosinistra attacca: «Struttura ingovernabile e inefficace»
Le prefetture di Udine, Gorizia e Trieste, quelle con i territori confinari e strettamente collegati con gli stranieri irregolari che transitano dalla Rotta balcanica, inizieranno...

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Le prefetture di Udine, Gorizia e Trieste, quelle con i territori confinari e strettamente collegati con gli stranieri irregolari che transitano dalla Rotta balcanica, inizieranno già nei prossimi giorni a cercare un sito, proprio a ridosso dal confine, nel quale realizzare il nuovo hot spot che dovrà raggruppare i migranti che varcano illegalmente il confine. La proposta di un centro che faccia stazionare, seppur per pochi giorni chi arriva dalla rotta balcanica, era stata lanciata dal ministro dell'Intero, Matteo Piantedosi nel corso dell'incontro di sabato scorso. Una proposta subito accolta dal presidente Massimiliano Fedriga e ora sviluppata dall'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti.


L'OBIETTIVO
«È evidente - spiega direttamente Roberti - che il nostro obiettivo è quello di evitare che arrivino sul nostro territorio e faremo di tutto per riuscirci. In ogni caso è fondamentale anche fermarli nel caso in cui i migranti irregolari riescano ad oltrepassare il nostro confine. Ecco quindi che l'idea di un hot spot dove radunarli per le prime operazioni e poi smistarli in altre parti d'Italia, diventa importante. Ovviamente una cosa del genere ha senso nell'area confinaria, da Tarvisio sino a Trieste, passando per Gorizia. Molto meno senso avrebbe un'opera di questo genere nel pordenonese».


LO SCOPO
«Quando si è fatta avanti questa possibilità - spiega ancora Roberti - siamo stati molto chiari. L'idea è buona, abbiamo detto, ma a una condizione: i migranti collocati nell'hot spot regionale devono restare pochissimi giorni e poi devono essere subito smistati fuori dal Friuli Venezia Giulia. Giusto il tempo - spiega Roberti - che gli vengono effettuate le visite sanitarie, vengano identificati e svolti i controlli di sicurezza. Il tutto senza uscire dall'hot spot. Poi via. A questo condizioni - abbiano detto a Piantedosi - il Centro a noi a va bene».


DOVE FARLO
«Non ci risulta che ci siano caserme già pronte per l'uso quindi le Prefetture stanno facendo delle verifiche per cercare siti idonei. Visto l'utilizzo che se ne deve fare, non servono grandi lavori di riqualificazione, si tratta solo di qualche giorno di sosta. Dove e quando? Ancora non lo sappiamo, ma come si è detto nelle aree confinarie, Gorizia compresa perché anche se sul territorio c'è già un Cara, un hot spot come lo intendiamo noi è un'altra cosa che non crea assolutamente problemi. Se mi dicessero ora che è disponibile un Centro da 5mila posti - conclude Roberti - con gli stranieri che non si muovono non escono, nessuno li vede e dopo alcuni giorni se ne vanno, direi subito di sì. Non ci sarebbe alcun problema per la popolazione locale».


L'ATTACCO
Strana la politica. Già, perché se qualche anno fa fosse stato il Centrosinistra a proporre in regione un hot spot da 5mila posti, Fratelli d'Italia e Lega avrebbero fatto le barricate. Ora lo propone il Centrodestra e a chiudere le porte è il candidato in pectore del Centrosinistra, Massimo Moretuzzo.
«La proposta del presidente Fedriga di creare un hot spot per stranieri che attraversano il confine dalla rotta balcanica è la certificazione del fallimento della politica della Destra sul tema dei migranti. I cinque anni di governo regionale a guida del centrodestra sono serviti solo a smantellare il sistema di accoglienza diffusa. Gli slogan della campagna elettorale del 2018 che proponevano di fermare il flusso migratorio, anche ricorrendo ai respingimenti e a fantomatici muri, mostrano oggi tutta la loro debolezza.  Non sapendo offrire risposte adeguate, il centrodestra persevera nella scelta di pseudo-soluzioni che minacciano equilibri già molto delicati, col rischio di creare ulteriori criticità per i nostri territori».


INGOVERNABILI


«Gli hot spot - conclude Moretuzzo - sono strutture ingovernabili, che hanno già dimostrato tutta la loro inefficacia. Come pensa Fedriga di gestire la situazione se l'amministrazione di centrodestra non è neppure in grado di trovare una soluzione per alcune decine di persone che ogni notte dormono all'addiaccio nei pressi delle stazioni ferroviarie di Trieste e Gorizia? I rappresentanti politici regionali dovrebbero affrontare con razionalità e concretezza il tema, offrendo soluzioni in cui la dignità umana non venga mai calpestata, anziché cedere ai bassi istinti propagandistici».
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Il Gazzettino