SAN VITO (PORDENONE) - Ancora nessuna risposta dall'udienza a Perugia tenutasi il 5 luglio sul caso della scomparsa di Rossella Corazzin: il giudice delle indagini...
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LA VICENDALa vicenda processuale di cui si attende il responso, si ricorda, è legata alle dichiarazioni rilasciate da Izzo sulla scomparsa della 17enne di San Vito, avvenuta mentre si trovava in vacanza a Tai di Cadore dalla zia. Secondo la sua ricostruzione, Rossella fu rapita, trasportata in Umbria, violentata e infine uccisa in una villa sul lago Trasimeno. Undici le persone coinvolte secondo il racconto di Izzo, tra cui Andrea Ghira e Gianni Guida, con i quali nella villa di San Felice al Circeo uccisero Rosaria Lopez e massacrarono Donatella Colasanti. Le dichiarazioni di Izzo risalgono a due anni fa, ma sono difficili da verificare dopo oltre 40 anni dai fatti e la morte di 6 delle persone che aveva accusato.
LA PRONUNCIAOra spetta al magistrato il compito di decidere se rigettare o meno l'opposizione all'archiviazione del caso. Il giudice può stabilire se disporre l'archiviazione, prevedere nuove indagini oppure rinviare a giudizio coattivo tutti gli indagati. L'avvocato La Scala allarga le braccia e considera: «Non capisco perché ci voglia tutto questo tempo per decidere». Il legale non nasconde che l'esito, quello del rigetto dell'opposizione e quindi l'archiviazione, potrebbe essere il più probabile: da un lato Izzo ha già subìto due condanne per calunnie, ma dall'altra sarebbe difficile se non impossibile trovare oggi riscontri probatori legati al caso come ad esempio la macchina di colore verde sulla quale venne vista per l'ultima volta Rossella. Inoltre, degli 11 coinvolti ne sono rimasti in vita 6, ma a 44 anni di distanza dal fatto non ci sono sostanziali novità, se non le dichiarazioni di Izzo.
Emanuele Minca Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino