Il mistero di Rossella, il legale della famiglia: «Il caso non va archiviato»

Il mistero di Rossella, il legale della famiglia: «Il caso non va archiviato»
PIEVE DI CADORE - (em) Dopo la richiesta di archiviazione notificata a fine luglio dalla Procura di Perugia, è stato depositato l'atto di opposizione dal legale...

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PIEVE DI CADORE - (em) Dopo la richiesta di archiviazione notificata a fine luglio dalla Procura di Perugia, è stato depositato l'atto di opposizione dal legale dei familiari di Rossella Corazzin, la 17enne di San Vito al Tagliamento (Pordenone) scomparsa il 21 agosto 1975 a Tai dove si trovava in vacanza. A presentarlo l'avvocato Antonio La Scala, presidente dell'associazione Penelope, che rappresenta la zia di Rossella, Giuseppina Trevisan, 84enne di Tai di Cadore.

IL PRECEDENTE
Il fascicolo era stato aperto dopo le dichiarazioni rilasciate da Angelo Izzo, uno degli autori del massacro del Circeo, in merito al presunto rapimento, stupro di gruppo e omicidio della ragazza. La richiesta di archiviazione della Procura verte sul fatto che non vi sarebbero idonei riscontri a quanto dichiarato da Izzo e che quest'ultimo appare soggettivamente inattendibile e non credibile. Ottenuto il fascicolo di 1.580 pagine per opporsi all'archiviazione, l'avvocato La Scala ha trovato degli appigli e propone anche degli approfondimenti di indagine. «Non condividiamo le conclusioni alle quali è pervenuto il pm - sottolinea La Scala -. Sulla questione nodale relativa alla attendibilità e credibilità di Izzo riteniamo che le indicazioni fornite durante gli interrogatori abbiano invece valenza probatoria». Una tesi rafforzata dal legale con una serie di ricostruzioni, ma che dire delle contraddizioni di Izzo o i mancati riscontri positivi alle sue dichiarazioni? Per l'avvocato questo «è comunque già di per sé sufficiente per una verifica dibattimentale».
L'ATTO

Con l'atto di opposizione l'avvocato La Scala ha quindi formalizzato al gip di Perugia la richiesta di non archiviare il fascicolo, chiedendo inoltre al pm «che formuli coattivamente l'imputazione di omicidio aggravato nei confronti di Izzo e di altri sei co-imputati». Questo perché la formula non è soggetta a prescrizione. Il legale indica infine la necessità di effettuare una serie di approfondimenti supplettivi: ad esempio sul veicolo che sarebbe stato usato per il rapimento; accertare poi se i soggetti chiamati in causa da Izzo fossero stati proprietari del veicolo in questione; ispezionare la villa del lago Trasimeno; disporre, previa convocazione davanti al pm, delle intercettazioni telefoniche su Giovanni Guido, Marco Acquarelli, Giampietro Parboni Arquati, Serafino Di Luia, Enrico Annoscia, Fabio Annoscia; disporre un confronto tra Izzo e quanti ha chiamato in causa; interrogare Alessandra Casellato, legata sentimentalmente a Gianni Guido nel 1975. Ora il gip di Perugia dovrà fissare un'udienza per decidere se accogliere o meno l'atto di opposizione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino