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ROSOLINA - Nel mezzo di una campagna elettorale dove il tema delle tasse è ancora centrale, l’accento posto sul “pagare meno” fa passare in secondo piano la necessità che a pagare siano tutti. Eppure, il caso Rosolina sarebbe illuminante: nel corso del 2020 il Comune ha pressoché raddoppiato il gettito proveniente da Imu e Tari. Proprio nell’anno in cui il mondo si fermava per la pandemia, l’economia si contraeva e venivano stanziati aiuti e ristori per famiglie e attività in difficoltà, l’attività di accertamento portata avanti dagli uffici comunali ha permesso di accertare al 31 dicembre 2020 un gettito di 150.710,79 euro rispetto ai 75.486 incassati l’anno precedente.
ATTIVITÀ DI RECUPERO
Una differenza di ben 75.224,79 euro a dimostrare che quasi la metà del gettito dovuto era stato evaso. Il dato emerge in maniera obliqua da una determina il cui oggetto riguarda l’assunzione di un impegno di spesa di 752,25 euro da erogare sotto forma di incentivo al dipendente che, materialmente, aveva scovato tale sacca di evasione. Secondo il regolamento sugli incentivi per le attività di recupero Imu e Tari approvato con delibera di giunta il 30 dicembre 2019, ai dipendenti spetta infatti un incentivo dell’1% delle riscossioni, comprese quelle avvenute in forma coattiva, relativamente alle attività di accertamento Tari notificati dall’Ente con supporto di società esterne non concessionarie dell’attività di accertamento, indipendentemente dall’anno di notifica degli atti stessi.
Dunque, l’incentivo dell’1% sull’importo di 75.224,79 di evasione accertata, dà un importo che è stato arrotondato appunto a 752,25 euro.
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Il Gazzettino