Porto Caleri, spiaggia sporca e dimenticata nel cuore del Parco del Delta

Spiaggia di Caleri a Rosolina
ROSOLINA - Bivacchi, resti di falò, accumuli di rifiuti abbandonati qua e là, cani lasciati liberi di scorrazzare su tutto il litorale. È una situazione di...

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ROSOLINA - Bivacchi, resti di falò, accumuli di rifiuti abbandonati qua e là, cani lasciati liberi di scorrazzare su tutto il litorale. È una situazione di totale anarchia quella che, domenica, i volontari del Wwf di Rovigo hanno trovato a Porto Caleri. Cioè in quello che, da un punto di vista naturalistico, viene considerato il fiore all'occhiello del Parco regionale veneto del Delta del Po.


COMPETENZE

«I rimpalli di competenze fra i vari enti che dovrebbero sovrintendere alla gestione di quest'area protetta, lungi ancora dal trovare un accordo su quanto è necessario fare per sorvegliarla, regolamentarla e gestirla nella quotidianità, hanno portato ben presto alla situazione di anarchia che da mesi segnaliamo in sede di comunità di Parco -tuona il Wwf- da luogo simbolo del Mab Unesco, da uno dei tratti meglio conservati dell'intera costa adriatica e da meta turistica di qualità, Porto Caleri negli anni è passata ad essere l'incontrollato punto d'approdo di qualsiasi tipologia umana, la meta più gettonata degli irriducibili della tintarella low cost come testimoniano i chilometri di strada che porta al Giardino Botanico Litoraneo. Il danneggiamento dei parchimetri recentemente installati dal Comune sono il minimo che ci si poteva aspettare».


IMPEGNO COSTANTE

Impegnati da mesi, se non da anni, nella salvaguardia della nidificazione del Fratino sul litorale di Rosolina Mare, i volontari del Wwf hanno trovato la solidarietà e sostegno da parte delle persone che da anni frequentano questo gioiello naturale in maniera consapevole e rispettosa. Persone che, silenziosamente, lo sorvegliano e lo tengono in ordine e che sanno approfittare delle indicazioni fornite dagli ambientalisti per ammirare con binocolo e cannocchiale gli uccelli in cova senza arrecare disturbo. O che hanno collaborato per rimuovere quanti più rifiuti possibili e riportare una situazione di decoro.


LE NECESSITÀ

Ma è evidente che serva ben altro. È necessario strutturare una sinergia tra chi ha la titolarità dell'area, Regione in primis, e gli attori locali che a vario titolo gestiscono il Giardino Botanico sotto il profilo manutentivo e turistico, Ente Parco e Veneto Agricoltura, senza tralasciare il ruolo centrale del Comune per quanto attiene la gestione dei rifiuti - suggerisce il Wwf - gli organi di vigilanza e di protezione civile vanno attivati per prevenire e contrastare illeciti quali l'accensione di fuochi, il bivacco e l'abbandono di rifiuti nei luoghi e negli orari in cui tali illeciti si consumano. Infine, il volontariato che non verrà mai meno al suo ruolo di supporto e di sensibilizzazione pubblica, ma che oggi sente sulle proprie spalle il peso di una vera propria emergenza e che di tutto avrebbe bisogno, fuorché di un rimpallo di competenze».

 

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Il Gazzettino