ROSOLINA - Era finito a processo con l’accusa di aver minacciato un ragazzino di 16 anni brandendo un coltello da cucina, ma ieri Maurizio Bertaggia, 52enne nato a Chioggia...
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Del resto, anche lo stesso Bertaggia, nell’udienza precedente, quando ha fornito la propria versione davanti al giudice Sara Zen, aveva tratteggiato un quadro di continue prese in giro, offese e minacce che avrebbe ricevuto da un gruppetto di ragazzi, fra i quali anche quello che era parte offesa nel processo. Il 52enne ha raccontato di essere stato bersagliato da lanci di sassi mentre si trovava sul balcone e che le offese sarebbero state ripetutamente indirizzate anche a sua moglie, apostrofata con epiteti pesanti. Da aggressore, quindi, si sarebbe descritto piuttosto come aggredito, ovvero come vittima di atti persecutori di quella che dal suo racconto è emersa quasi come una “baby gang”.
Il giorno dell’episodio incriminato, i ragazzi stavano giocando a pallone e questo, con qualche pallonata finita dove non doveva finire, avrebbe scatenato una reazione irata da parte del 52enne, che, affacciatosi sul poggiolo per rimproverare il gruppetto, avrebbe ricevuto in cambio da loro una bordata di offese. E questo lo aveva ovviamente fatto infuriare. Ha poi rimarcato di essersi sì affacciato con il coltello in mano, ma solo perché in quel momento stava cucinando, non avendo certo intenzione di usarlo, ha spiegato, e venendo richiamato dalla moglie a posarlo. Una versione che è stata confermata dalla moglie stessa, quando è stata sentita come testimone. La diversa solidità delle versioni nel riferire l’accaduto, ampiamente sottolineata nell’arringa difensiva, sembra non aver lasciato dubbi al giudice Zen, che ha così deciso per l’assoluzione di Bertaggia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino