L'incubo del barista di Rosolina: «È contagiato, lo hanno ricoverato, anzi... è lui l'untore»

L'incubo del barista di Rosolina: «È contagiato, lo hanno ricoverato, anzi... è lui l'untore»
ROSOLINA - Prima le voci della positività al Covid-19 e poi, trovando indiretta conferma della temporanea sparizione dai social, addirittura le ipotesi di un ricovero in...

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ROSOLINA - Prima le voci della positività al Covid-19 e poi, trovando indiretta conferma della temporanea sparizione dai social, addirittura le ipotesi di un ricovero in gravi condizioni. Ma anche una volta capito che si trattava di un errore, dato che comunque una positività in paese c'era stata, eccolo trasformato nell'untore. Al centro della vicenda Nicola Brugiolo, titolare del Bar Sole a Rosolina Mare, presidente dell'associazione Amare Rosolina e personaggio a tutto tondo.


IL RACCONTO

«Un anno fa la pandemia aveva fatto uscire la parte migliore di tutti, la responsabilità, la solidarietà verso le categorie e le persone in difficoltà, mentre ora invece sembra che quelle energie siano state dirottate verso il pettegolezzo e la morbosa curiosità - afferma sconsolato Brugiolo - non so chi o perché abbia messo in giro le voci di una mia positività al Covid. Non è assolutamente vero e, per quanto mi riguarda, la cosa potrebbe finire qui. Ma viviamo nel mezzo di una pandemia e non trovo giusto che a chi abbia la sventura di contrarre il virus venga imposta la lettera scarlatta o che si scateni la caccia all'untore. La cura dei malati e il tracciamento dei contatti spetta ai sanitari, mentre noi cittadini possiamo fare la nostra parte semplicemente rispettando le regole e prendendoci cura delle persone più fragili».


CACCIA ALL'UNTORE

«È insensato additare, sparlare o evitare le persone sulla sola base di voci di paese - continua Brugiolo - In una situazione, oltretutto, in cui siamo già tenuti a tenere le distanze dagli altri, a isolarci, dover anche affrontare le insinuazioni della gente diventa ancora più difficile. Per carattere a me la cosa non interessa più di tanto, ma penso ai danni che invece potrebbe provocare se nel mirino finissero persone anziane o fragili: sarebbero distrutte, messe psicologicamente in crisi. Non è giusto». «Dobbiamo tornare ad essere uniti come un anno fa - conclude l'esercente rosolinese -, mostrare comprensione e solidarizzare come un anno fa, perché solo così usciremo migliori da questa pandemia».

 

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Il Gazzettino