Romea, la storia di una strada raccontata attraverso la fotografia

Romea, la storia di una strada raccontata attraverso la fotografia
VENEZIA - Quattordici anni di fotografie in diretta, percorrendo la statale 309: basterebbero, forse, le immagini ricavate da questa esperienza a tracciare la storia di una delle...

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VENEZIA - Quattordici anni di fotografie in diretta, percorrendo la statale 309: basterebbero, forse, le immagini ricavate da questa esperienza a tracciare la storia di una delle strade più famose d'Italia per il caos che vi regna e per il numero delle persone che vi sono morte. Ma la ricerca fotografica dei chioggiotti Terry Manfrin e Riccardo Ciriello va oltre e, soprattutto, va controcorrente, volendo descrivere la Romea come luogo di vita e di relazioni, come elemento di sviluppo e di crescita per comunità e territori ancora "separati" ma potenzialmente uniti.

 

IL FILO CONDUTTORE

Questo punto di vista, che ricolloca, storicamente e socialmente, un passato dalle potenzialità ignorate da una concezione approssimativa dello sviluppo ma che, soprattutto, guarda al futuro come al "luogo" in cui concretizzare ciò che, finora, è mancato, ha dato vita a un'opera editoriale in quattro volumi (Pianeta 309) e alla mostra fotografica che li riassume e che, dal 25 luglio, al 25 agosto (chiusa di sabato e domenica e dal 14 al 18 agosto) sarà ospitata a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, con l'auspicio che possa dare ispirazione a chi deve gestire il territorio. «Andremo in Consiglio Regionale per rilanciare le due istanze che abbiamo raccolto direttamente dalla Romea dicono Riccardo Ciriello e Terry Manfrin. La prima consiste nel recupero della sua dignità: è un percorso antico, esistente già in epoca etrusca e paleoveneta. Una strada che ha accompagnato le popolazioni di questa terra lungo oltre 2000 anni di vicende storiche non può essere raccontata solo come luogo di morte. Una strada che parte da Ravenna e termina a Venezia, capitoli internazionali di arte e storia, ma che attraversa anche località culturali quali Chioggia, Comacchio, Mesola e Pomposa, senza contare le innumerevoli aree naturali sottoposte a tutela: un vero patrimonio storico, culturale ed ambientale ancora poco valorizzato nella sua unicità. Raccontare gli altri volti della Romea, recuperare la sua dignità, è possibile: lo abbiamo fatto noi per prima declinandola alla fotografia». Gli autori hanno voluto raccontare la strada Romea partendo dalle scene di vita che la compongono, tramutandole in un luogo preciso e definito. Nel lavoro degli autori, la strada non appare come una linea veloce, quasi spersonalizzata. E lo hanno fatto offrendo il punto di vista del viaggiatore, scattando sempre a bordo di veicoli.


TRA NARRAZIONE E VOCAZIONE

«La Romea - continuano gli autori - è una strada che ora è piegata alla sola narrazione della sua pericolosità. Ma è anche una strada che serve un tratto importante di economia agricola, ittica, oltre che una fetta importante di costa adriatica da vivere in chiave turistica» Dalle immagini fotografiche emerge prepotente anche la presenza dell'acqua, salata e dolce, che rappresenta una costante importate di questo territorio e che la rende un'unica entità geografica e l'indagine del paesaggio tra l'area meridionale della Laguna di Venezia e il Delta del Po. «E poi il tema del futuro di questa strada, che merita di essere immaginata come un itinerario storico e culturale, a servizio delle sue genti. Abbiamo avvertito - sostengono gli autori - una domanda emersa dalla strada durante i nostri viaggi: la Romea di domani deve rispondere alle esigenze di chi ha il numero civico a pochi metri o dei numerosi turisti e pendolari che la frequentano, o deve rispondere alle esigenze di camionisti che la percorrono solo per convenienza economica? È una domanda fondamentale, dalla quale si declinano risposte infrastrutturali molto diverse tra loro e, di conseguenza, la vocazione di questo territorio».


 

 

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Il Gazzettino