Concerto di Romanovsky, la Fondazione Cariparo: «Con gli ucraini, ma difendiamo la libera scelta»

Romanovsky
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PADOVA - Non era sfuggito il fatto che tra i sostenitori del cartellone dell’associazione Amici della Musica ci fosse anche la Fondazione Cariparo e che il logo della Fondazione apparisse anche accanto alla promozione del concerto del pianista Romanovsky martedì al Pollini. Un evento fortemente criticato dalle associazione ucraine per la posizione pro-Putin dell’artista che da anni vie In Svizzera ed ha cittadinanza italiana. Ora la Fondazione chiarisce perchè continuerà a sostenere il programma. “Il sostegno di Fondazione Cariparo all’attività dell’Associazione Amici della Musica di Padova si situa nell’alveo di una collaborazione storica di cui in Fondazione siamo molto felici, perché riteniamo che l’Associazione abbia portato a Padova il meglio dell’offerta musicale internazionale - dichiara il presidente, Gilberto Muraro, che aggiunge - L’assoluta fiducia nelle scelte artistiche dell’Associazione, sempre dimostratasi ben meritata, si traduce nella completa autonomia di scelta da parte dell’Associazione, che la Fondazione rispetta; e ciò vale anche per la stagione in corso”.

LA RIFLESSIONE 

Il Presidente aggiunge anche una riflessione a titolo strettamente personale riguardante il concerto di Romanovsky: ”La mobilitazione in atto contro il concerto sta generando l’impressione che occorra dichiararsi e schierarsi tra putiniani e antiputiniani. Nulla di più errato e di più ingiusto. Per fortuna, la società italiana è unita nel sostegno all’Ucraina, e sono convinto che tale sentimento sia comune anche a Padova, tra oppositori e sostenitori del concerto”. “La distinzione vera è tra chi pensa che, di fronte alla feroce guerra in atto di cui non si vede un epilogo vicino, occorra combattere anche nella vita civile con estrema coerenza, senza sconti e differenze per nessuno, e chi pensa che convenga sempre lasciare alcune aree di incontro e comunicazione; e guardando alla storia, si tratta tipicamente dell’arte e dello sport”. “Sotto tale profilo - aggiunge - considero legittime ambedue le posizioni e da ambedue le parti conosco persone di cui ho grande stima”. “ Soccorre a questo punto la considerazione che il concerto in esame non configura un’attività pubblica svolta in una sede aperta e come tale imposta anche a chi non volesse assistere, tanto da rendere inevitabile una decisione istituzionale tra l’effettuare e il non effettuare la manifestazione”. “Si tratta di un evento in luogo chiuso, cui partecipa chi vuole; e credo che la libertà di scelta meriti non solo tutela giuridica, che in effetti è fuori discussione, ma anche rispetto sostanziale, nella convinzione, ripeto, che tutti siano vicini al popolo ucraino”. 

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Il Gazzettino