Fotografa trevigiana accoltellata alle spalle da una donna a Roma

Fotografa trevigiana accoltellata alle spalle da una donna a Roma
ROMA - «Mi ha immobilizzata con un braccio e accoltellata. Voleva uccidere, ne sono sicura: sono fortunata a essere ancora viva». La paura ancora vibra nella voce di...

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ROMA - «Mi ha immobilizzata con un braccio e accoltellata. Voleva uccidere, ne sono sicura: sono fortunata a essere ancora viva». La paura ancora vibra nella voce di Arianna Del Grosso, regista e fotografa trevigiana  accoltellata in pieno giorno in una traversa di via di Torrevecchia. Erano circa le 2 e Arianna, appena rientrata da un viaggio in Sudamerica, è stata aggredita e colpita alla schiena da una donna che non aveva mai visto prima. Ora è ricoverata in prognosi riservata al San Filippo Neri, ma poteva andarle molto peggio: altri due centimetri e sarebbe rimasta paralizzata per sempre.

 
«Mi ero fermata per strada per leggere un messaggio – racconta – quando ho sentito qualcuno che mi bloccava con un braccio e mi conficcava qualcosa nella schiena. Non ha detto nulla, solo un grugnito di soddisfazione». Poi il dolore, il sangue e la corsa disperata verso il centro estetico, dove le hanno aperto e hanno chiamato subito la polizia. La donna che l'ha aggredita è un'italiana di mezza età, probabilmente sotto l'effetto di alcol o droghe, che ora si trova a Rebibbia accusata di tentato omicidio. La polizia l'ha fermata poco dopo nella stessa strada, ancora con il coltello sporco di sangue nella borsa. Ha avuto la prontezza di reagire, Arianna, al suo posto qualcun altro non si sarebbe salvato.


«Quando mi sono girata – ricorda – quella donna era pronta a sferrarmi un'altra coltellata. Non ha tentato di derubarmi, voleva solo uccidere. Mi sono messa a urlare e a correre verso il centro estetico bussando con i pugni sulla porta per farmi aprire». Quando è arrivata la polizia, Arianna dall'ambulanza in cui le hanno fatto una trasfusione urgente ha dovuto riconoscere la donna che l'aveva aggredita. «Mi hanno detto che era sotto l'effetto di qualche sostanza perché biascicava. Non dimenticherò mai la forza e la cattiveria di quella coltellata. L'unica cosa che mi fa sentire meglio è che ora quella donna è in carcere». La paura di uscire di casa, però, rimane. 
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Il Gazzettino