Rogo-bomba in pizzeria a Pieve: scagionato il titolare. Due le condanne

È crollata la ricostruzione della Procura: non fu un piano per truffare l'assicurazione

Rogo-bomba in pizzeria a Pieve: scagionato il titolare. Due le condanne
BELLUNO - È crollata come un castello di carte la ricostruzione fatta dalla Procura del rogo-bomba che il 24 aprile 2017 distrusse il locale di via XX Settembre in centro a...

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BELLUNO - È crollata come un castello di carte la ricostruzione fatta dalla Procura del rogo-bomba che il 24 aprile 2017 distrusse il locale di via XX Settembre in centro a Pieve. La sentenza pronunciata ieri dal giudice Angela Feletto ha assolto con formula piena quelli che avrebbero dovuto essere i protagonisti di un piano per truffare l'assicurazione. A cominciare da Alessandro Piccin, 48enne cadorino, titolare di quella Pizzeria Mordi e Fuggi che esplose in un incendio doloso. Per lui, accusato di aver alzato il massimali della polizza in vista di quell'incendio e di calunnia, il pm Marta Tollardo aveva chiesto la pena più alta: 5 anni di reclusione. Ieri è stato assolto con formula piena (comma 1 dell'articolo 530 del codice di procedura penale). Assolti sempre con la formula ampiamente liberatoria anche Giuseppe Lauro, 63enne di origine napoletana residente a Domegge, nella ricostruzione il tassista che avrebbe portato sul luogo l'esecutore materiale del rogo, e il cadorino Luigi Zanettin, 43enne che sarebbe stato l'intermediario. L'accusa per loro aveva chiesto 3 anni e 6 mesi ciascuno.


Le condanne

Il rogo è l'opera di solo due persone, stando alla sentenza del giudice le cui motivazioni si conosceranno tra 60 giorni. Il reo-confesso Fabio Laritonda condannato a 4 anni e 6 mesi, esattamente quanto chiesto dalla procura. E l'esecutore materiale, il giovane che diede fuoco alla pizzeria rimanendo ferito, Pasquale Ferraro, l'incensurato che era partito da Brindisi pochi giorni prima per eseguire il piano: ha preso 3 anni e 6 mesi.

In aula

Ieri mattina il processo è approdato per l'ultima volta in aula, in tribunale a Belluno, dopo l'ultima udienza in cui c'erano state le richieste di condanna per tutti e cinque gli imputati. Non ci sono state repliche e il giudice si è ritirata in camera di consiglio. Poi la lettura della sentenza e la gioia dei tre che hanno visto riconoscere quella innocenza, che da anni ribadivano in tutte le sedi. Alessandro Piccin si è sciolto in un abbraccio liberatorio con il suo legale, l'avvocato Jenny Fioraso dello studio Dolomiti Legal di Giorgio Azzalini. Il difensore Fioraso lo ha seguito dall'inizio, fin da quell'arresto che lo portò in cella per quasi un mese. «Sono molto contenta - ha commentato l'avvocato - arriva un'assoluzione con formula piena oggi, dopo tutti questi anni di lavoro». Non si è subito reso conto invece della fine di quell'incubo Luigi Zanettin, assistito dal suo avvocato Massimo Montino: poi anche per lui la gioia di veder riconosciuta la sua estraneità ai fatti. «A quasi 6 anni dai domiciliari una giusta sentenza di assoluzione», ha commentato l'avvocato Montino. Soddisfatta anche l'avvocato Giulia Munerin, che ha tutelato in tutti questi anni Lauro.

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La verità giudiziaria

Il processo è stato molto lungo, passato per una ventina di udienze (dalla preliminare in poi) e per 45 persone che sono sfilate in aula tra testimoni e consulenti. Ha ricostruito, oltre ogni ragionevole dubbio, quanto accaduto quella notte di 6 anni fa quando il centro di Pieve di Cadore venne scosso da un boato che sembrava un terremoto, in piena notte alle 3 e 15. In molti pensarono a una bomba o al terremoto. Invece era "solo" l'incendio che stava devastando la pizzeria "Mordi e Fuggi": per un errore di calcolo aveva causato un esplosione che aveva scosso e danneggiato tutti gli edifici attorno. Un disastro, che solo per miracolo non si trasformò in tragedia: una bimba, che dormiva sopra la pizzeria, venne sfiorata dalle schegge dell'esplosione.

 

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Il Gazzettino