La veneziana Roberta Barbiero «La mia vita da prof nel "Collegio" in tv»

L'attrice Roberta Barbiero, 35 anni, di Martellago
MARTELLAGO - Teatro, cinema, televisione, opera musicale. E ora anche un docu-reality sul piccolo schermo. Non manca certo di eclettismo Roberta Barbiero, attrice di Martellago...

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MARTELLAGO - Teatro, cinema, televisione, opera musicale. E ora anche un docu-reality sul piccolo schermo. Non manca certo di eclettismo Roberta Barbiero, attrice di Martellago (Venezia) classe 1985, che per quattro puntate sarà la prof alla cattedra de Il Collegio 5 su Rai2, entrando nella veste di supplente. Roberta, sarà una supplenza breve? «In realtà no, perché subentro al prof di ruolo (Luca Raina) e rimango per la seconda metà della serie».

Si sente più attrice o più prof? «Ho un background di insegnamento (non di ruolo) e dunque partecipo divisa a metà. Ho l'abilitazione, ma soprattutto ho abilità attorali».

Come è andata l'esperienza con ragazzi? «È stata l'occasione per sperimentare l'improvvisazione. Io avevo un canovaccio, ma era come quando insegni a scuola: sai che lezione devi tenere, ma poi si va a braccio. L'improvvisazione in un reality televisivo è diversa da quella dell'insegnamento: quando entri in classe ci sono cose che fai finta di non vedere, mentre qui sei chiamato a notarle per la narrazione. Se mettessimo una telecamera in classe si vedrebbe una situazione diversa».

È stata scelta per il suo passato da prof? «Credo piuttosto come attrice».

Le sue esperienze più importanti? «Sono partita dal teatro con monologhi e spettacoli di compagnia. Nel 2016 ho lavorato nella produzione americana The merchant in Venice di Shakespeare per la regia di Karin Coonrod, poi in Lettere dalla notte diretto da Chiara Guidi e in Guasto regia di Marcello Chiarenza. Quest'anno ho lavorato con La Fenice nel Der Schauspieldirektor di Mozart».

E nel frattempo sono arrivati cinema e tv? «Sì, dai lungometraggi diretti da Emilio Briguglio, Stefano Lodovichi, Denis Frison, Costantino Maiani, e Giuseppe Di Giorgio, fino ai corti con Leonardo Campaner, Costantino Maiani e Pupi Avati, passando per le serie Tv, un docu-film Vivaldi di Eike Schmitz e pure campagne pubblicitarie (Louis Vuitton, Generali, Rigoni di Asiago, Costa Crociere). Ho fatto di tutto, fino a incidere audiolibri con la Good Mood».

Quale mezzo preferisce? «Non ho una predilezione. A me piace recitare e cambiare». Come è arrivata alla recitazione? «Mi sono formata all'Avogaria a Venezia e diplomata all'Accademia dello Stabile del Veneto, ho studiato canto e tecniche vocali a Vicenza e a Bologna, ma anche doppiaggio con Luca Dal Fabbro e Pino Pirovano».

E come è nata la vocazione? «A parte la spontaneità da piccola, ho preso consapevolezza tra liceo e università. Mi sono laureata in filologia a Ca' Foscari, ma nel frattempo sono iniziate le esperienze in scena».

Nuovi progetti in vista? «Dopo il blocco per Covid, torneremo a lavorare per un film diretto da Piermaria Cecchini che abbiamo interrotto e dovrei essere protagonista di un film di Tobia Berti che parla di eutanasia. Poi dovrei scendere a Roma per una fiction Rai diretta da Ciro Visco».

Come è arrivata fin qui? «Non demordendo. Mentre tutti mi dicevano di lasciar perdere io studiavo. Non mi sento arrivata, ma questo è il mio lavoro».

Sogni nel cassetto? «Poter essere e fare l'attrice come dico io, sperimentando il ad alti livelli nell'ambito del teatro e del cinema». 

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Il Gazzettino