Baristi in rivolta contro i buoni pasto: «Toglieremo a tutti i clienti il 10%»

Baristi in rivolta contro i buoni pasto: «Toglieremo a tutti i clienti il 10%»
«Abbiamo già ricevuto molte telefonate di associati che chiedono informazioni, e dove reperire il cartello, per aderire all'iniziativa sui buoni pasto messa in atto dalla...

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«Abbiamo già ricevuto molte telefonate di associati che chiedono informazioni, e dove reperire il cartello, per aderire all'iniziativa sui buoni pasto messa in atto dalla quasi totalità dei baristi presenti nella zona di via Scrovegni, Fiera e via Tommaseo, fino agli istituti universitari. Un'iniziativa che come associazione provinciale pubblici esercizi supportiamo decisamente».


Così il segretario dell'Appe Filippo Segato in merito al cartello esposto dai baristi che avvisa i clienti che dal primo settembre prossimo verrà applicata una commissione del 10% sul valore facciale di ogni buono pasto utilizzato nei loro bar. «I buoni pasto sono nati anni fa in Francia e poi si sono diffusi in Europa per dare la possibilità ai dipendenti di aziende senza mensa di consumare il pasto durante la pausa in esercizi commerciali esterni - spiega il segretario -. Ma i buoni si sono trasformati in denaro sostitutivo, e se ne fa un uso improprio. Vengono utilizzati per fare la spesa al supermercato, per pagare uscite in pizzeria il sabato sera, per acquistare generi che nulla hanno a che vedere con il pasto del dipendente, si commerciano su ebay. Da una decina d'anni lottiamo contro questo uso quantomeno improprio ma, evidentemente, non c'è la volontà di trovare una soluzione».


Il problema è diffuso a livello nazionale, ma quando sono nati erano semplicemente un sostitutivo del servizio mensa. In Italia, inoltre, sottolinea Segato, il 90 - 95% dei buoni è ancora cartaceo, solo il rimanente è elettronico, una componente ancora troppo esigua. «Anche il sistema di buoni elettronici è però di 2 tipi - puntualizza -: c'è il ticket elettronico che permette di utilizzare un solo buono alla volta e in orario corrispondente a quello della pausa del lavoratore, ossia mensa diffusa, e il borsellino elettronico dove sono scaricabili, anche in un'unica soluzione, tutti i pasti. Il primo tipo è utilizzato da pochissime aziende, come ad esempio l'Ulss. Inoltre le aziende che emettono i buoni hanno un loro lettore e per poterli riscuotere un barista deve dotarsi anche di 6 o 7 lettori contemporaneamente. La soluzione, considerate le possibilità che offre la tecnologia, sarebbe quella di avere un unico lettore, con solo buoni elettronici di tipo "mensa diffusa". Questo porterebbe a notevoli riduzioni del costo per i locali che li accettano nonché semplificazioni a livello di contabilità e burocratico. Serve però la volontà di farlo».

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Il Gazzettino