Felice Maniero resta in carcere. Il tribunale del Riesame di Brescia ha dichiarato «inammissibile» la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato...
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LA MOTIVAZIONE
Nel respingere la richiesta, il Riesame ha spiegato che - oltre a essere stata presentata quando ormai erano scaduti i dieci giorni concessi dal codice di procedura per essere depositata - l’atto non era stato motivato nel merito, trattandosi di fatto di un Appello contro l’ordinanza di diniego del giudice e non una richiesta di Riesame sull’ordinanza impositiva di una misura cautelare, come invece era stato presentato dal legale bresciano, che si è visto anche riqualificare la richiesta.
L’ACCUSA
Senza quindi nemmeno entrare nel merito della vicenda, il Riesame lombardo ha rimandato al mittente la richiesta confermando il carcere per Felice Maniero che non si è presentato all’udienza di discussione, come invece sembrava in un primo momento. Il reato che la procura di Brescia contesta all’ex capo della Mala del Brenta è quello di maltrattamenti in famiglia. Maniero è stato denunciato dalla compagna, Marta Bisello, che ha raccontato di essere stata costretta a subire da Maniero maltrattamenti fisici e psicologici.
Evaso dal carcere di Padova nel giugno del 1994 e catturato a Torino nell’ottobre dello stesso anno, Felice Maniero era diventato un collaboratore di Giustizia, contribuendo a smantellare la banda del Brenta, la prima organizzazione criminale del Nord Italia condannata per associazione a delinquere di stampo mafioso. Le confessioni di Maniero avevano portato in carcere più di 400 persone mentre altrettante erano state denunciate, processate e condannate. Dopo nove anni, un mese fa è tornato in cella.
Nicola Munaro
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Il Gazzettino