Cinto Euganeo. Pensano di aver trovato un bazooka sui Colli: in realtà è solo un tubo vuoto

Un missile Milan (foto d'archivio)
CINTO EUGANEO - Scoperta di Santo Stefano a Valnogaredo. Due coniugi vedono per terra uno strano cilindro: pensano a un bazooka, ma è solo il tubo di un razzo da...

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CINTO EUGANEO - Scoperta di Santo Stefano a Valnogaredo. Due coniugi vedono per terra uno strano cilindro: pensano a un bazooka, ma è solo il tubo di un razzo da addestramento. É la vicenda occorsa ad una coppia del luogo, che il 26 dicembre era uscita per una passeggiata sui Colli. Mentre si trovavano in un ampio spiazzo su via Tramontana, la loro attenzione è stata catturata da un grosso oggetto cilindrico, lungo circa un metro e del diametro di 15 centimetri. Decisamente troppo particolare per trovarsi lì, in mezzo alla natura. Guardandosi bene dal toccarlo, i due hanno contattato spaventati il 112, chiedendo l'intervento dei carabinieri. Temevano che potesse trattarsi di un lanciafiamme o, peggio, di un ordigno inesploso. È ancora fresca la memoria dei misfatti di Unabomber, che nei primi anni '90 aveva iniziato la sua carriera criminale confezionando pipe-bombs e seminando il panico. Fatti su cui gli inquirenti hanno da poco riaperto le indagini e che potrebbero alimentare tentativi di emulazione.

Sul posto sono giunti i carabinieri di Lozzo Atestino e Montegrotto, che dopo un primo esame hanno chiamato gli artificieri. L'arcano è stato presto svelato: si trattava di un innocuo tubo plastico per il lancio di razzi radiocomandati da addestramento. Il nome ufficiale è missile Milan, conosciuto dagli addetti ai lavori come efficace missile anticarro in dotazione a molti eserciti di tutto il mondo. Generalmente, il tubo viene collocato su un treppiede con puntatore ottico. Più di rado, viene tenuto in spalla, come appunto un bazooka. Dell'intero dispositivo rimaneva però solo il cilindro in plastica dove si inserisce la testata e che poi viene riutilizzato. Un oggetto del tutto inoffensivo, la cui funzione originaria è riconoscibile solo dal numero di matricola ed eventualmente dal colore verde scuro. I militari sono stati in grado di appurare che si trattava di un Milan di fabbricazione italiana con matricola perfettamente leggibile. Essendo privo di segni di usura, non doveva trovarsi lì da molto tempo. L'ipotesi più plausibile è che l'esercito abbia fatto delle esercitazioni in quel punto, fatto piuttosto frequente, e un soldato si sia dimenticato di raccogliere il tubo dopo aver sparato. Nulla di pericoloso in ogni caso: durante queste prove si utilizzano testate non esplosive, che colpiscono un bersaglio e cadono a terra. In questo momento, l'oggetto si trova nella disponibilità dei carabinieri, che hanno già contattato l'esercito e avviato le procedure per la restituzione. Non è noto, invece, se i coniugi sappiano che non avevano corso alcun pericolo. In paese corre voce che si trattasse proprio di un bazooka, abbandonato lì di proposito da qualche malvivente. 

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Il Gazzettino