Peggy Guggenheim, la dogaressa veneziana dell'arte

Peggy Guggenheim vista da Bergamelli
Per tutti era l'ultima dogaressa, e in effetti il fatto di abitare sul Canal Grande e di muoversi in città con un gondoliere de casada a sua disposizione, con la...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per tutti era l'ultima dogaressa, e in effetti il fatto di abitare sul Canal Grande e di muoversi in città con un gondoliere de casada a sua disposizione, con la gondola privata attraccata fuori del suo palazzo (Ca' Maifinìa, per i veneziani, trattandosi del solo pianterreno di un enorme palazzo che lì sarebbe dovuto sorgere) costruirono attorno a lei una indubbia aura di magnificenza.


Peggy Guggenheim fu veneziana per scelta ce ne sono state milioni nel passato della città, e per fortuna della città continuano a esserci che fece di Venezia e dell'arte la sua casa. Fino a farle diventare una cosa sola. Nel 1949 acquistò Ca' Venier dei Leoni, sul Canal Grande, per ospitarvi la sua collezione d'arte moderna e contemporanea (In viaggio scrisse lei stessa anni dopo decisi che Venezia sarebbe stata la mia patria futura: l'avevo sempre amata più di ogni altro posto su questa terra e sentii che lì da sola sarei stata felice). Fin dai primi anni della sua permanenza veneziana, la Guggenheim iniziò a circondarsi di nuove opere di artisti contemporanei: esponenti del cubismo, del surrealismo, del futurismo e dell'espressionismo, che per almeno tre decenni frequentarono abitualmente la città e l'abitazione della mecenate americana, dando vita a una sorta di belle epoque artistica a cavallo tra gli anni Cinquanta e Settanta.

E sebbene il suo intento fu essenzialmente privato, ovvero cercare un luogo dove vivere e dove poter esporre la sua propria collezione, i riverberi di quella stagione straordinaria illuminano perfino il panorama artistico contemporaneo. La Peggy Guggenheim Collection non è solo un riferimento per tutti gli amanti dell'arte ma costituisce un caposaldo storico del Novecento artistico veneziano: fu grazie a lei se Egidio Costantini, fondatore della Fucina degli Angeli, intraprese grazie a un folto numero di maestri vetrai di Murano una nuova grande stagione di rilancio della vetraria muranese che vide la collaborazione tra i più grandi artisti del momento, Picasso, Kokoschka, Chagall, Ernst e mille altri, con le fornaci dell'isola. D'altronde il retroterra dal quale proveniva era quello: suo zio Solomon (il padre Benjamin era morto eroicamente nel naufragio del Titanic nel 1912, quando lei aveva 14 anni) nel 1937 aveva creato una fondazione per promuovere la comprensione dell'arte e fondare e dirigere uno o più musei: nel 1959 fece realizzare a Frank Lloyd Wright la famosa struttura a spirale di New York. E negli anni Settanta Peggy decise di donare palazzo e opere d'arte alla Fondazione Solomon R. Guggenheim.


Nata il 26 agosto 1898 da Benjamin Guggenheim e Florette Seligman (matrimonio che aveva unito due grandi famiglia americane legate all'estrazione mineraria e alla finanza), Peggy fu comunque sempre legata all'arte, e sempre inquieta: nel 1921, a 23 anni, si trasferì a Parigi e grazie al marito Laurence Vail (padre dei suoi due figli Sindbad e Pegeen) iniziò a frequentare l'ambiente artistico francese, stringendo amicizie durature con Constantin Brancusi, Djuna Barnes e Marcel Duchamp; nel 1938 aprì una galleria a Londra, dedicandosi su suggerimento di Samuel Beckett all'arte contemporanea; dedicò la prima mostra a Jean Cocteau, mentre la seconda fu la prima personale di Vasily Kandinsky in Inghilterra. In questo stesso periodo comprò opere di Georges Braque, Salvador Dalí, Piet Mondrian e Francis Picabia. Tornò in Francia ma nel 1941 ripartì per New York lasciando Parigi occupata dai nazisti. Con la sua famiglia (nel frattempo si era separata da Vail) viaggiò anche Max Ernst, che sposò pochi mesi dopo. Nel 1942 Peggy Guggenheim inaugurò la sua galleria/museo Art of This Century a New York: Indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder scrisse per dimostrare la mia imparzialità tra l'arte surrealista e quella astratta. Fino all'incontro con Venezia, un amore che durò tutta la vita. Peggy Guggenheim, dopo avervi abitato per trent'anni, riposa ancora a Ca' Venier dei Leoni, dove morì il 23 dicembre 1979: la sua tomba si trova in giardino assieme a quelle dei suoi 14 cagnolini. 

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino