Giacomo Camillo De Carlo, il creatore del controspionaggio e padre di tutti gli 007 italiani

Giacomo Camillo De Carlo ritratto da Matteo Bergamelli
Giacomo Camillo De Carlo (1892-1968) aviatore, spia, eroe di guerra E' considerato il padre di tutti gli 007 italiani. Fu...

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Giacomo Camillo De Carlo (1892-1968) aviatore, spia, eroe di guerra

E' considerato il padre di tutti gli 007 italiani. Fu infatti fra i creatori della Giovane Italia, un segretissimo reparto di controspionaggio attivo durante le due Guerre Mondiali. Ma Giacomo Camillo De Carlo fu molto di più, perché lui lo spionaggio – quello d'azione, rocambolesco e rischioso, lo conosceva bene, avendolo vissuto sulla pelle: tenente di cavalleria, allo scoppio della prima guerra mondiale scelse di entrare in fanteria per passare quasi subito all'aeronautica (in quegli anni, la stessa di Francesco Baracca e del Barone Rosso). ricevette una medaglia d'argento per aver compiuto una ricognizione in territorio nemico nonostante il suo apparecchio fosse stato colpito, il 14 agosto 1916; l'anno successivo ne ebbe un'altra d'argento e una medaglia di bronzo.

Ma fu nel 1918 che compì la sua azione più eclatante: fattosi trasportare in aeroplano di là dal Piave e paracadutatosi oltre le linee nemiche, trascorse quasi tre mesi – tra giugno e agosto – in una spedizione che entrò nella leggenda, trascorrendo tra le truppe nemiche quasi tre mesi, riuscendo a sfuggire alle ricerche della polizia austriaca e ad organizzare, con l'aiuto della popolazione italiana, un efficace servizio d'informazioni. Dopo diversi tentativi di rimpatrio, tutti falliti a causa della polizia che gli dava la caccia, organizzò con successo un rocambolesco rientro via mare. Nel contempo fu tra i creatori della “Giovane Italia”, il reparto segreto che prendeva terra nelle linee nemiche portando informatori in borghese a bordo dei piccoli biplani monomotore Voisin III.

Il suo valore e il suo coraggio gli valsero il soprannome di “spia volante” e, soprattutto, la medaglia d’oro al valor militare, conferitagli il 23 aprile del 1923, pochi giorni dopo il suo ventunesimo compleanno: “In un momento grave e decisivo per le sorti d'Italia, offrivasi per primo per farsi trasportare in aeroplano al di là del Piave – si legge dalla motivazione –; per quasi tre mesi riusciva, vivendo vita di leggenda, a mandare preziose informazioni e ad organizzare un efficace servizio”. Ma quella militare fu una soltanto delle vite di De Carlo, che era nato a Venezia il 6 aprile 1892 da Marco De Carlo e Paola Morpurgo, sorella del celebre filologo triestino Salomone Morpurgo. Dopo la guerra andò infatti in America in missione di propaganda, fu segretario della commissione italiana alla Conferenza di Parigi e prestò vari altri servizi in diplomazia.

Fu l'inizio di una serie infinita di viaggi (dal nord Africa all'estremo Oriente) nel corso dei quali De Carlo si dedicò a un'altra sua passione: il collezionismo. Raccolse manufatti e oggetti particolari che divennero parte degli arredi di palazzo Minucci a Vittorio Veneto, sontuosa dimora cinquecentesca che elesse come sua dimora – e che oggi si chiama palazzo Minucci De Carlo – creando un’atmosfera che testimonia il gusto dell’epoca. Un patrimonio davvero eterogeneo e unico nel suo genere che include arredi e oggetti, argenterie e pietre preziose, opere d’arte e arazzi, disposti in modo originale e fantasioso da De Carlo stesso secondo il proprio particolarissimo gusto. Lo stesso De Carlo lasciò tra i suoi voleri testamentari la volontà di lasciare il palazzo intatto nella disposizione degli arredi, così come si possono ammirare ancora oggi. Un parallelo evidente con la sontuosità e l'eclettismo di un'altra dimora celebre: il Vittoriale di Gardone Riviera, che fu dimora di Gabriele D'Annunzio.

Tra i tanti oggetti preziosi, negli anni De Carlo riunì una delle collezioni di ambre cinesi più importante al mondo. Tra il 1931 e il 1938 fu sindaco di Vittorio Veneto. Nel 1937 si arruolò nel Corpo Truppe Volontarie e partecipò alla guerra civile spagnola dove, per le sue azioni, fu decorato con una ulteriore medaglia d'argento al valor militare. Durante la seconda guerra mondiale fu richiamato in servizio – nel 1941 – col grado di tenente colonnello, e svolse incarichi in Italia e all'estero. Alla fine del conflitto la “spia volante” si ritirò a vita privata. Giacomo Camillo De Carlo morì nella “sua” Vittorio Veneto il 29 marzo 1968.

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Il Gazzettino