Rito voodoo per riconquistare l'ex: violentata dal santone. «Non è vero»

Rito voodoo per riconquistare l'ex: violentata dal santone
TREVISO - Si sottopone a un rito voodoo per riconquistare il fidanzato che l’aveva lasciata, ma il santone la stupra: è questa la condotta che la Procura di Belluno...

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TREVISO - Si sottopone a un rito voodoo per riconquistare il fidanzato che l’aveva lasciata, ma il santone la stupra: è questa la condotta che la Procura di Belluno contesta al camerunense Michael Nganje Voma, 48 anni, di Conegliano.




Un’accusa che l’avvocato difensore Roberto Veroi contesta con forza: «Il rapporto sessuale - attacca - c’è stato ma tra persone consenzienti. Non c’è stata alcuna violenza. Lo dimostreremo nel processo. Poi passeremo al contrattacco e denunceremo la presunta vittima per calunnia con richiesta di risarcimento danni».



Ma la Procura e la vittima della violenza (una 50enne del Feltrino), assistita dall’avvocato Guido Luciani, sono certi di inchiodare il santone alle proprie responsabilità.



A centro del processo quanto accadde il 21 marzo 2011 a Seren del Grappa. Una donna, perso il fidanzato, chiese aiuto al santone camerunense che gli consiglio un rito voodoo. Secondo la tesi dell’accusa, basata sulla denuncia della donna, il 48enne l’avrebbe spalmata con l’olio per liberarla dai cattivi spiriti, e poi l’avrebbe violentata.



Oltre alla violenza all’uomo è contestata anche l’accusa di truffa. Secondo l’accusa, a marzo 2011 nella casa della donna, il santone avrebbe dato vita a una rappresentazione scenica con candele, essenze profumate e formule magiche per creare energie positive. Avrebbe poi preteso che la donna si spogliasse, «per cospargerla di oli profumati e liberarla dagli spiriti maligni». L’avrebbe così massaggiata fino alle parti intime e, quando la donna si ribellò, il 48enne - per l’accusa - si sarebbe trasformato in un aguzzino e l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale completo.



Una ricostruzione che non convince l’avvocato Veroi: «I fatti sono andati in maniera diversa. Basti pensare che la parte offesa è stata costretta a testimoniare dal giudice. La versione dei fatti - precisa in conclusione l’avvocato Veroi - si è dimostrata inattendibile e ricca di contraddizioni. Voma ha subito ammesso il rapporto sessuale, con una donna consenziente. Anzi è stata lei a pretenderlo. Forse per ottenere uno sconto sulle 2/300 euro pattuite per la prestazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino