VENEZIA - I ragazzi del Nordest sono in testa alle classifiche per preparazione, se ci basiamo sui dati Ocse e Invalsi, ma risultano solo ottavi quando si parla dei voti alla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE
Donazzan: «I cento e lode al sud? "Spinte" per un lavoro nel pubblico impiego»
«Alla luce delle comparazioni tra Regioni sugli esiti degli esami di Stato, appaiono evidenti disparità inspiegabili – osserva Zaia – Fioccano i cento e lode nelle classi delle province del Sud, nonostante la preparazione degli studenti certificata dalle prove Invalsi nelle scuole del Sud del paese negli ultimi sei anni sia costantemente sotto la media italiana. Viceversa, gli studenti del Veneto, che risultano i migliori per le competenze in matematica secondo i valutatori Ocse-Pisa e si sono classificati ai primi posti in Italia nelle prove Invalsi 2016, alla maturità ottengono appena un terzo dei ‘cento e lode’ della Campania, un quarto della Puglia, la metà della Sicilia e del Lazio. Delle due l’una: o i test non funzionano o c’è qualche lassismo di troppo negli esaminatori».
«Questo scarto fa male alla scuola e al Paese, ma soprattutto penalizza i ragazzi del Nordest e le loro famiglie – prosegue Zaia – Il punteggio della maturità condiziona l’accesso all’università, la graduatoria nei concorsi pubblici e le chances di collocamento, oltre che la possibilità di accedere alle agevolazioni per il diritto allo studio. Mi rivolgo al ministro per l’Istruzione, Stefani Giannini, perché non possiamo permetterci di deludere e penalizzare i nostri ragazzi, che rischiano di vedersi scavalcare da coetanei meno preparati ma con voti in pagella più generosi. Signor ministro – è l’appello-proposta del presidente Zaia a Stefania Giannini – convochi al più presto una commissione ministeriale di esperti, riattivi sistemi di verifica su campioni omogenei di scuole e di studenti, e rimetta allo studio modalità di valutazione rigorose e imparziali per l’esame di stato: gli strumenti e le possibilità per intervenire ci sono, e sono note. Ma concentriamoci quanto prima su questa emergenza: la scuola dei divari e del lassismo è una beffa amara per i migliori, uno spreco per il Paese e un’offesa per chi crede nella ‘buona’ scuola'».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino