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Dopo aver arrestato i "furbetti" che si erano arricchiti ai danni dello stato, la Guardia di Finanza di Rimini è riuscita a recuperare e sequestrare 305 dei 440 milioni che facevano parte della maxi frode sui bonus e ristori Covid. Li avevano intascati illecitamente imprenditori e professionisti. L'indagine 'Free Credit' coordinata dal sostituto procuratore di Rimini Paolo Gengarelli, la prima in Italia nel suo genere, lo scorso gennaio aveva portato alla scoperta di una maxitruffa sui soldi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese in difficoltà a causa della pandemia.
La truffa partita da Rimini
A mettere a punto la maxi truffa allo stato era stato un commercialista riminese. Le misure cautelari a gennaio scorso erano state 35, con oltre 80 perquisizioni in Emilia-Romagna e in contemporanea in Abruzzo, Veneto, Trentino, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana.
Nei giorni scorsi grazie alla collaborazione della Gdf con l'Ufficio italiano presso Eurojust, l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale sono state eseguite richieste di accertamenti bancari e l'esecuzione in Austria di un sequestro di beni emesso dal Gip del Tribunale di Rimini per 9,7 milioni che ha riguardato immobili, quote societarie e veicoli. Altre due persone sono finite iscritte nel registro degli indagati.
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