Ristoratore preso a pugni e minacciato: parlava in strada con un'amica dopo aver chiuso il locale

L'osteria “Verona Antica” in Sottoriva
VERONA - Preso a pugni e minacciato per aver parlato con un'amica in strada dopo la chiusura del suo locale. È la brutta storia che ha coinvolto questa notte, a Verona,...

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VERONA - Preso a pugni e minacciato per aver parlato con un'amica in strada dopo la chiusura del suo locale. È la brutta storia che ha coinvolto questa notte, a Verona, poco dopo le 24, il ristoratore Davide Veneri, titolare dell'osteria “Verona Antica” di via Sottoriva 10. «Avevo finito il servizio e chiuso il locale, ero fuori dalla porta per dare da bere alle piante quando è sopraggiunta una mia amica in bici, si è fermata e abbiamo iniziato a scambiare due chiacchiere parlando con un tono di voce normale», racconta Veneri, che è componente il direttivo di Fipe-Confcommercio Verona. «All’improvviso una coppia che abita al terzo piano del palazzo di fronte, reduce probabilmente da una festa e decisamente su di giri, è uscita dal portone e ha iniziato a insultarmi gridando che stavamo disturbando; ho provato a far loro capire che la chiacchiera non è uno schiamazzo, ma per tutta risposta l’uomo mi è saltato addosso colpendomi con pugni e calci e facendomi cadere. Picchiava e gridava che mi avrebbe fatto chiudere il locale. Se la son presa anche con la mia amica». Il ristoratore si è rialzato e ha chiamato i carabinieri che, una volta intervenuti, hanno verificato che le “accuse” mosse a Veneri erano del tutto infondate ed hanno identificato la coppia.

«Ma - sottolinea Veneri, che ha la registrazione video dell’aggressione - con mia grande sorpresa i due, che non sono stati trattenuti dalle forze dell’ordine, hanno tentato di continuare nell’aggressione nei miei confronti». «Ho avuto un attacco di panico - prosegue Veneri - e una volta ripreso mi sono recato al Pronto soccorso, dove hanno refertato 5 giorni di prognosi che probabilmente diventeranno di più considerando che non c’era l’oculista e quindi non hanno visitato l’occhio che nel pestaggio ha subito un forte trauma». Il ristoratore è intenzionato a denunciare la coppia: «È inaccettabile la violenza e sono inaccettabili le minacce che hanno poco a che fare con la civiltà e che richiamano altri ambienti del malaffare. Non si può pretendere il silenzio assoluto alle 11 di sera o a mezzanotte in estate in via Sottoriva: se uno sceglie di abitare qui deve prenderne atto altrimenti, come nel mio caso, va a vivere fuori, in campagna». Veneri fa presente poi che recentemente è stato oggetto di «furti di piante e danneggiamenti di ombrelloni buttati nell’Adige; per questi ultimi ho subito un danno di 3mila euro. Rispettare regolamenti - prosegue - che espongono al rischio di sanzioni amministrative severe, e dover convivere con questi episodi di vandalismo e violenza rende ancor più difficile lavorare. Non bastassero le immani difficoltà patite dalla ristorazione in questi ultimi anni». Solidali con Veneri i vertici di Confcommercio Verona e di Fipe-Confcommercio provinciale e regionale. «Un episodio vergognoso per il quale ci attendiamo provvedimenti - commenta il presidente di Confcommercio, Paolo Arena -. Gli esercenti offrono un servizio alla città e ai turisti, rispettano le regole, sono una componente essenziale dell’economia e andrebbero meglio tutelati». «Paghiamo le tasse, garantiamo occupazione e lavoriamo sodo per resistere in questa difficilissima fase economica post Covid - aggiunge il presidente di Fipe Veneto e Verona, Paolo Artelio -. Senza di noi ci sarebbero desolazione e degrado. Meritiamo e chiediamo rispetto».

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Il Gazzettino