Cimadolmo, l'autopsia sul corpo del ristoratore Maurizio Bassetto fuga ogni dubbio: si è tolto la vita

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CIMADOLMO (TREVISO) - Maurizio Bassetto si è tolto la vita. A chiarire quello che per qualche giorno ha tenuto con il fiato sospeso il trevigiano, è stata l'autopsia terminata nel primo pomeriggio di oggi, 17 agosto, dal medico legale Alberto Furlanetto. Nel corpo di Bassetto non sono stati trovati segni di difesa e, stando agli accertamenti effettuati, si è inferto da solo i colpi, anche quello fatale alla pancia che ha reciso un vaso sanguigno dando il la per la morte avvenuta a distanza di diversi minuti. Poi, vedendo che la morte non arrivava, il titolare del ristorante "da Maurizio" ha ripreso in mano il coltello e si è inferto altre ferite non ritenute però mortali in quanto, a causa del copioso sanguinamento, aveva già perso le forze. 

I punti "oscuri" della vita del ristoratore morto

Il corpo dell'uomo era stato trovato il 12 agosto scorso, in una vasca. E, visto lo stato in cui si trovava, ogni pista è rimasta aperta fino ad oggi. Non era stata esclusa nemmeno la morte violenta tanto che a Cimadolmo in molti si erano preoccupati interrogandosi su chi potesse essere stato. Un vero e proprio giallo che trova oggi una risoluzione. Nel frattempo gli investigatori hanno scavato nella vita dell'80enne, alla ricerca di risposte. I Carabinieri del nucleo operativo di Conegliano, assieme ai colleghi di Treviso, hanno sentito parenti e amici della vittima, e sulla sua cerchia di conoscenze, per cercare di ricostruire gli ultimi giorni di vita di Bassetto. Da subito sono emersi diversi punti neri, soprattutto sul versante familiare: separato e senza figli, in passato Bassetto aveva avuto una serie di beghe relative alla proprietà del locale e della cantina (poi chiusa) che all'inizio aveva gestito con fratelli e nipoti. Poi c'era stata la rottura drastica, a cui aveva contribuito una nipote, entrata in una setta religiosa. Maurizio raccontava agli amici che la ragazza, di cui si fidava ciecamente, gli aveva fatto fuori un sacco di soldi. Da quel duro colpo, una decina di anni fa, non si era mai ripreso del tutto e anche l'attività ne aveva risentito, complici anche la crisi, il Covid e poi i rincari. Dall'apertura quotidiana era passato a quella saltuaria, accogliendo i clienti in occasione di cene a tema, organizzate per tavolate di commensali. Un mix di fattori che potrebbero averlo portato a prendere l'estrema decisione. 

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Il Gazzettino