Giallo a Cimadolmo, indagini serrate su affari e cattivi rapporti del ristoratore morto con i parenti

Per sapere di più sulla morte del noto proprietario del locale "Da Maurizio" a Papadopoli, si attende anche l'esito dell'autopsia

CIMADOLMO (TREVISO) - I dissapori con i parenti e le ripercussioni che quelle ruggini avevano avuto nella sua attività di ristoratore. E quella frase, ripetuta agli amici,...

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CIMADOLMO (TREVISO) - I dissapori con i parenti e le ripercussioni che quelle ruggini avevano avuto nella sua attività di ristoratore. E quella frase, ripetuta agli amici, che oggi suona come un lugubre presagio: «Prima o poi mi trovano morto qui». I carabinieri stanno indagando a 360° per risolvere il giallo della morte di Maurizio Bassetto, 80 anni, notissimo ristoratore ritrovato cadavere ieri mattina all'alba nella concimaia vicina al suo locale "Da Maurizio", in via Cavalieri di Vittorio Veneto, sulle grave di Papadopoli. Sul corpo, immerso nella fossa da giorni, c'erano ferite all'addome e al petto. Tagli compatibili con le lame (coltello e rasoio) trovate vicino al cadavere. A dare l'allarme è stata una parente, andata a controllare dopo che alcuni amici stretti di Bassetto si erano preoccupati perché non avevano sue notizie da giorni. Nessuna pista, al momento, è esclusa. Il ventaglio di ipotesi va dal gesto volontario all'omicidio. Cruciale sarà l'esito dell'autopsia, disposta dal pm di turno. L'esame post mortem permetterà di stabilire la data del decesso e soprattutto le cause.

I DISSAPORI

Intanto i carabinieri indagano sulle ultime ore dell'anziano e sulla sua cerchia di conoscenze e frequentazioni. Hanno acquisito il cellulare e iniziato a sentire i suoi contatti stretti e chi lo ha incontrato negli ultimi giorni. Le ombre non mancano, soprattutto sul versante familiare: separato e senza figli, in passato Bassetto aveva avuto una serie di beghe relative alla proprietà del ristorante e della cantina (chiusa) che all'inizio aveva gestito con fratelli e nipoti. Poi c'era stata la rottura drastica, a cui aveva contribuito una nipote, entrata in una setta religiosa. Maurizio raccontava agli amici che la ragazza, di cui si fidava ciecamente, gli aveva fatto fuori un sacco di soldi. Da quel duro colpo (i fatti risalirebbero a oltre dieci anni fa) non si era mai ripreso del tutto e anche l'attività ne aveva risentito, complici anche la crisi, il Covid e poi i rincari. Dall'apertura quotidiana era passato a quella saltuaria, accogliendo i clienti in occasione di cene a tema, organizzate per tavolate di commensali. Anche il personale non era fisso ma a chiamata. I tempi d'oro del suo ristorante erano ormai tramontati. «Maurizio non andava d'accordo con i parenti. La sua è una morte strana per questo è giusto approfondirne cause e circostanze» afferma il sindaco Giovanni Ministeri -. Aveva modi ruvidi, a tratti burberi, ma genuini» lo ricorda il primo cittadino. Proprio questo piglio, unito alla franchezza di chi non ha peli sulla lingua potrebbero avergli creato qualche nemico e grattacapo.

I TIMORI

Gli amici non nascondono i timori, anche se in cuor loro sperano che «abbia fatto una morte serena». E intanto rimuginano sulla frase che lui ripeteva spesso: «Mi trovano morto qua». Nel 2012 era stato pestato e rapinato dell'incasso da tre malviventi. Ieri invece, durante i sopralluoghi, i carabinieri non hanno trovato tracce di effrazioni: le porte del ristorante erano chiuse, le stanze in ordine. Nulla insomma che faccia pensare a un furto o a una rapina finita male. Sul retro del ristorante una porta a doppiovetro ha la lastra esterna rotta. Lì vicino, sull'erba, ci sono due sedie in legno e poco distante un paio di guanti da lavoro sfilati e gettati sul prato insieme a un terzo guanto in lattice nero. Attorno, nessuna traccia di sangue. C'entrano con la morte di Maurizio? Saranno gli accertamenti a dirlo. Gli inquirenti hanno acquisito anche le immagini delle telecamere di zona per capire se qualcuno gli abbia fatto visita. L'ultimo post su Facebook, dove Bassetto non faceva mistero delle sue posizioni anti-sistema, risale a martedì. Nessun indizio su l'eventuale proposito di farla finita.

 

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Il Gazzettino