CAERANO - Se ne sono andati con il Rolex d'oro che Renzo Durante portava al polso, lasciando dietro di sé una scia di sangue. Ma anche la sensazione che, quanto...
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Sull'accaduto sono in corso accertamenti a cura del nucleo operativo dei carabinieri di Montebelluna che nelle prossime ore approfondiranno la questione con la coppia.
L'INCUBO
Tutto è cominciato attorno alla mezzanotte di domenica, nella villetta adiacente al locale. «Eravamo rientrati dall'hotel -racconta Giuliana, di un anno più giovane del marito- alle 21,30. Io mi sono addormentata, mentre mio marito, che di notte usa l'ossigeno, è rimasto sveglio a letto».
Ed è forse proprio per questo che ha notato due figure, forse un uomo e una donna, completamente incappucciate, che entravano in camera. Una situazione facilitata anche da una finestra lasciata aperta. Ladri, ladri, ha gridato Renzo. Ed è stato allora che si è scatenato il finimondo.
«Lo hanno assalito -è il commento di Giuliana- e hanno strattonato anche me». Il tutto mentre i due urlavano disperati e Renzo cercava di difendersi dai rapinatori, determinati a strappargli il Rolex dal braccio. Una volta preso l'orologio i due se ne sono andati scavalcando una siepe sul retro della casa, portando via anche il telefono della coppia, poi ritrovato in giardino. A quel punto Gabriella ha preso il marito, che sanguinava abbondantemente, e lo ha portato in Pronto soccorso a Montebelluna.
«Abbiamo riempito un asciugamano intero di sangue -racconta- ne ha perso moltissimo dalla testa». A colpirlo, secondo quanto Renzo stesso racconta, un martello, con il quale gli sarebbe stati inferti due colpi. «Il terzo -riferisce- mi avrebbe ucciso». Fra l'altro, nella stanza è stata trovata anche una cassetta contenente delle fascette, che probabilmente i rapinatori intendevano usare per legare i coniugi, nella convinzione, magari, di trovarli addormentati.
IL RICOVERO
Sta di fatto che appena arrivato in pronto soccorso l'uomo è stato immediatamente sottoposto a cure e tac, anche perché si tratta di una persona che ha alcuni problemi di salute e che assume Comadin, farmaco anticoagulante.
«Io sono stato avvertito dall'ospedale dell'accaduto -spiega il figlio Paolo- e ricorderò sempre la sensazione che ho provato. Mia mamma è stata bravissima, ha fatto tutto da sola». Anche se, ovviamente, ora l'agitazione si fa sentire. «Sono turbata -racconta Giuliana- anche se ho preso le gocce calmanti. Mi vedo di continuo davanti l'immagine di quei due individui che entrano».
Ma è il racconto di Renzo, rientrato a casa ieri sera attorno alle 20, quello che fa davvero venire i brividi. «Ero a letto perché non riuscivo a prendere sonno dato che ho l'ossigeno nel naso -ricorda- li ho visti davanti a me. Mi hanno dato due colpi in testa con un martello. Come mi ha detto anche il primario in ospedale, sono qui per miracolo. Nei prossimi giorni vado a Padova al Santo. Siamo dei miracolati. Mia moglie ha fatto la strada a zig zag con accesi solo i fari piccoli. Eppure siamo qui». Poi il pensiero va all'orologio. «Me lo hanno strappato dalla mano, che ora è un disastro. Mi dispiace perché era un bel ricordo: me lo ero regalato, assieme ai miei figli, nel 1973. Ma non importa». Da parte dei Carabinieri, l'invito a segnalare immediatamente alle Forze dell'ordine persone e auto sospette, oltre che a rivolgersi ai carabinieri non appena si verifichino furti o rapine. Anche se, nel caso di Giuliana, non c'è dubbio che ha fatto tutto nel migliore dei modi. Salvando se stessa e il marito.
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Il Gazzettino