L'Abbuffata, da ristorante a mensa aziendale, i gestori: «Piccolo passo per ripartire»

Patrizia Ceoldo del ristorante "L'Abbuffata" di Padova
PADOVA - «Possiamo risentirci dopo le due? Abbiamo appena cominciato e siamo nel pieno del lavoro». Lorenzo Tonello e Patrizia Ceoldo, marito e moglie, rispondono al...

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PADOVA - «Possiamo risentirci dopo le due? Abbiamo appena cominciato e siamo nel pieno del lavoro». Lorenzo Tonello e Patrizia Ceoldo, marito e moglie, rispondono al telefono a mezzogiorno in punto. «Stiamo iniziando a servire i clienti, abbiamo appena aperto».

In un anno normale sarebbe una risposta normale, ma oggi queste parole rappresentano ben di più. Sono il segno di una ripartenza, di una strada che a piccoli passi potrà riportare il sorriso a ogni ristoratore. Patrizia è la titolare, Lorenzo le fa da collaboratore. Sono al timone del ristorante “L’abbuffata” di via Altichiero, punto di riferimento per moltissime ditte della zona per la pausa-pranzo. Dopo il via libera del Ministero dell’Interno, sono stati tra i primi a cogliere al volo l’opportunità di effettuare servizio-mensa. L’appuntamento con loro è dunque per le ore 14, al termine di una pausa-pranzo che ha visto sedersi ai tavoli 20 lavoratori. 


L’IMPEGNO
«Siamo ristorante e pizzeria - racconta la titolare - Nelle ultime settimane abbiamo potenziato notevolmente il servizio dell’asporto e la consegna a domicilio. Questa della mensa è un’opportunità in più. Abbiamo sottoscritto 13 contratti con altrettante imprese edili. Da noi vengono idraulici, elettricisti, posatori, muratori. Avevamo iniziato all’inizio di gennaio, poi ci siamo interrotti nei giorni scorsi quando era emerso che sarebbe servito un apposito codice Ateco. Appena abbiamo saputo che invece quel codice non serve più, lunedì siamo ripartiti». 


Una boccata d’ossigeno importante, ma non sufficiente. «Il servizio di mensa aziendale prevede prezzi contenuti parliamo di 10-12 euro. Noi ci ripaghiamo a malapena le spese. La vera svolta ci sarà quando potremo tornare a lavorare alla sera: in quei casi i clienti si fermano di più, non i 40 minuti di una pausa-pranzo. E magari c’è spazio anche per una bottiglia di vino e una fetta di dolce». 


LE REGOLE


Intanto si continua così e fino a quando il Veneto rimarrà “zona arancione” il servizio mensa sarà molto prezioso. È applicabile per tutti i pubblici esercizi e quindi per ristoranti, pizzerie, bar, pub e trattorie. Non serve il codice Ateco specifico ma è necessario stipulare un contratto di mensa aziendale (il pagamento con ticket restaurant non equivale ad un contratto). Il titolare del locale deve definire un elenco dei lavoratori dipendenti di una determinata azienda (compresi titolari e soci) beneficiari del servizio mensa. I turni devono essere stabiliti con rigore e il servizio è garantito per chi deve mangiare tra un turno lavorativo e l’altro (posso mangiare in pausa pranzo, non in un giorno in cui non lavoro). Non ci possono essere persone in attesa all’interno o all’esterno ed è prevista per gli esercenti l’applicazione Iva al 4% invece che al 10%. Sono esclusi dal servizio i clienti liberi professionisti. I locali che si stanno attivando per partire sono 40 a Padova, 300 in tutta la provincia. 

 

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Il Gazzettino