Ristorante Lager: dipendenti part time ma lavoravano 60 ore alla settimana, pagati 3 euro l'ora, web-cam per controllarli

Ristorante lager a Pordenone (Foto di Henrique Vefago Henrique da Pixabay)
PORDENONE - La Procura della Repubblica di Pordenone ha comunicato la chiusura delle indagini preliminari nei confronti di due cittadini stranieri, gestori di un ristorante etnico...

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PORDENONE - La Procura della Repubblica di Pordenone ha comunicato la chiusura delle indagini preliminari nei confronti di due cittadini stranieri, gestori di un ristorante etnico cittadino, per il reato di sfruttamento lavorativo nei confronti di circa 10 dipendenti. I due titolari sono stati denunciati anche per lesioni colpose, violazioni delle norme in materia di sicurezza e minacce nei confronti di un lavoratore, falso documentale e utilizzo indebito di sistemi di controllo dei lavoratori.


Sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 20mila euro per l'impiego di lavoratori «in nero», per la registrazione irregolare delle ore lavorative e per il superamento dell'orario massimo di lavoro consentito dei dipendenti. È stata contestata un'evasione contributiva di circa 140 mila euro, contributi previdenziali che l'azienda dovrà versare per gli orari effettivamente svolti dai propri lavoratori.

Le indagini sono state svolte dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Pordenone. Nel corso dei primi accertamenti, i dipendenti, per la maggior parte stranieri ma anche italiani giovani, risultavano coperti da un contratto di lavoro part-time, in regola sotto l'aspetto contributivo e retributivo.

Dalle successive indagini è emerso, però, che ciascun lavoratore svolgeva di fatto oltre 60 ore settimanali che non venivano contabilizzate in busta paga; alcuni di essi avevano svolto anche dei periodi in nero. Percepivano la paga prevista per il contratto part-time pur svolgendo un numero di ore nettamente superiore: il salario perciò era di circa 3 euro netti all'ora.


È stato accertato infine che l'azienda, nonostante fosse stata autorizzata dall'Ispettorato del Lavoro all'uso di un sistema di videosorveglianza, aveva installato nel locale una web-cam, sottoposta a sequestro, che veniva utilizzata dai titolari per controllare i propri dipendenti in tempo reale e per esortarli a essere più diligenti. Uno dei dipendenti senza contratto, a causa di un grave infortunio accadutogli durante il lavoro, aveva anche subito delle minacce per non denunciare l'evento alle autorità.
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Il Gazzettino