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ZERO BRANCO - «Ci sono delle persone che si picchiano in strada, ho sentito un colpo di pistola». Era terrorizzata la persona che nel tardo pomeriggio di ieri ha avvisato il 112 di una rissa in corso in via Puccini. Un gruppo di uomini di etnia Rom, divisi in due fazioni, hanno cominciato a gridare e sono poi arrivati alle mani, pare per motivi legati all'affidamento di tre bambini. Uno scontro nato quando, con un paio di auto, alcuni di loro sono arrivati da Mestre per una sorta di regolamento di conti interno a due famiglie. I carabinieri tuttavia, dai primi accertamenti effettuati sul posto, non hanno avuto riscontri del fatto che siano stati effettivamente esplosi colpi di pistola. Due persone sono poi dovute ricorrere alle cure mediche per qualche escoriazione.
IL TIMORE
«La cosa che sconvolge maggiormente è il fatto che un episodio del genere sia avvenuto in una delle zone residenziali più tranquille del paese.
LA VICENDA
A scatenare la spedizione punitiva sarebbe stata una lite nata in ambito familiare. Di mezzo ci sono una donna, un uomo e alcuni loro figli tutti minorenni. Dopo una decina di anni di convivenza, il rapporto tra i due genitori sarebbe arrivato al capolinea, tanto che dopo l'ennesimo screzio la donna avrebbe lasciato la casa familiare di Zero Branco per rifugiarsi dal padre a Marghera. E ai carabinieri lagunari nei giorni scorsi aveva chiesto di poter riavere i figli che nel frattempo erano rimasti con il padre. Sulla situazione sta indagando anche la Procura dei minori di Venezia per concedere l'affidamento. E dunque, in attesa delle disposizioni dell'autorità giudiziaria e non essendoci pericoli imminenti per i piccoli, i militari non potevano assecondare la richiesta della donna. Che a quel punto ma saranno gli inquirenti a stabilirlo con certezza avrebbe deciso di farsi giustizia da sola, chiamando in soccorso alcuni parenti e conoscenti, ossia le persone che ieri si sono poi presentate in via Puccini dando luogo alla sfuriata.
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