Far West a Venezia. Ha aggredito un tassista poi è stato accoltellato, in ospedale la scoperta: nello stomaco aveva ovuli di droga

Far West a Venezia. Ha aggredito un tassista poi lo hanno accoltellato, in ospedale la scoperta: nello stomaco aveva ovuli di droga
MESTRE - Era ubriaco, ha aggredito un tassista, ha rischiato di farsi ammazzare a coltellate. Il tutto, mentre nello stomaco aveva degli ovuli di droga. Il 41enne tunisino N.B.F.,...

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MESTRE - Era ubriaco, ha aggredito un tassista, ha rischiato di farsi ammazzare a coltellate. Il tutto, mentre nello stomaco aveva degli ovuli di droga. Il 41enne tunisino N.B.F., uno dei protagonisti della notte di sangue in piazzale Roma, tra sabato e domenica, è ricoverato all'Angelo ed è stato operato d'urgenza perché uno dei fendenti gli ha compromesso la milza: stato colpito anche al collo ed è in terapia intensiva. Ma non è tutto: dalle radiografie, infatti, è emerso che l'uomo, nello stomaco, nascondeva degli ovuli, a quanto pare ripieni di stupefacente, forse cocaina. Al momento è piantonato dalla polizia all'ospedale dell'Angelo, in attesa che si riprenda e possa espellere la merce. Sul caso sta indagando la polizia: l'uomo è grave ma dovrebbe farcela, gli investigatori attendono il suo risveglio per sentire la sua versione.

GLI ARRESTATI

Sull'episodio sanguinoso avvenuto la notte tra sabato e domenica, intanto il sostituto procuratore Lucia D'Alessandro ha aperto un'inchiesta e sta valutando i verbali arrivati dalla polizia con le ricostruzioni dei fatti e le deposizioni fatte dalle persone coinvolte. I tre bengalesi sono stati arrestati per tentato omicidio, ma non è detto che l'imputazione rimanga la stessa in sede di udienza di convalida.
Dalle risultanze della polizia sarebbe emerso che solo uno dei tre arrestati era in possesso di un coltello e lo aveva utilizzato. Pertanto, potrebbe essere solo questo a finire in convalida con l'accusa di tentato omicidio mentre per gli altri si potrebbe configurare il reato di rissa aggravata.
Resta da capire anche la dinamica della vicenda, cioè perché i tre bengalesi inizialmente erano intervenuti per aiutare il tassista malmenato dai nordafricani e poi sono passati a diventare loro stessi aggressori. Potrebbero spiegarlo al giudice già oggi, anche se ieri non risultava che avessero nominato un avvocato di fiducia.

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Il Gazzettino