CASTELFRANCO - Una festa di fine anno scolastico, un allegro pomeriggio di giochi e merenda in giardino per dei ragazzini che si trasforma in un vero far west. E che adesso vede...
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LE UDIENZE
Nel corso delle udienze precedenti infatti il giudice di pace ha ravvisato nelle condotte degli imputati anche il reato di rissa, che è di competenza del tribunale ordinario. I fatti sono accaduti alla fine dell'anno anno scolastico 2014/2015. Durante un assolato e caldo pomeriggio in una scuola della castellana viene organizzata una festa per alcune classi.
IL RINFRESCO
Sono presenti tutti gli alunni e anche un buon numero di genitori e tutti, dopo le consuete attività, si avvicinano al rinfresco. Deve essere stata una tavola imbandita davvero per bene perché cibo e bevande attirano anche l'attenzione di due ragazzini di origine marocchina che, visto che l'ora delle merenda era bella che scattata, avrebbero deciso di intrufolarsi iniziando a rimpinzarsi. Per un po' la loro presenza non viene notata e i due mangiano e bevono tranquilli. Poi invece qualcuno li nota. Cosa ci fate qui? Avrebbe chiesto uno degli adulti.
L'IMBARAZZO
Loro imbarazzati non sanno cosa rispondere, tanto che uno dei genitori presenti, per alleggerire la situazione, li invita a partecipare ma senza però fare incetta di dolci e panini come se non ci fosse un domani. Ma poi, di fronte a mani che entrano nei vassoi di patatine come se fossero state pale di una scavatrice e bocche straripanti di tramezzini e biscotti un altro genitore li avrebbe invitati severamente ad andarsene. Scena a cui avrebbe assistito il papà di uno dei ragazzini stranieri, che sarebbe quindi intervenuto in difesa del figlio.
GLI ANIMI SI SCALDANO
La merenda a scrocco vira in litigio e il litigio in pochi minuti degenera in una vera e propria lite. Sarebbero spintoni, poi calci e pugni, tanto che il papà marocchino rimedia una frattura al naso. Per gli altri coinvolti nella della scazzottata invece solo qualche escoriazione. I protagonisti del parapiglia si denunciano per lesioni a vicenda e davanti al giudice di pace, nel 2016, finiscono in 5: tre italiani, due uomini e una donna tutti quarantenni, e i genitori di uno dei ragazzini, mamma e papà di 30 e 35 anni rispettivamente. Ora i cinque, con l'integrazione del capo d'imputazione da lesioni a lesioni e rissa, dovranno difendersi davanti al tribunale penale in composizione monocratica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino