Padova e Treviso. Frode da 500 milioni: finti lavori per avere rimborsi del risparmio energetico

Padova e Treviso. Frode da 500 milioni: finti lavori per avere rimborsi del risparmio energetico (Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay)
Usufruivano di rimborsi fiscali per impianti energetici mai eseguiti i 28 indagati di 15 società di servizi scoperti dalla Guardia di Finanza, che ha arrestato sette...

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Usufruivano di rimborsi fiscali per impianti energetici mai eseguiti i 28 indagati di 15 società di servizi scoperti dalla Guardia di Finanza, che ha arrestato sette persone e sequestrato beni per 110 milioni di euro tra Padova, Frosinone, Cosenza e Treviso.


È il risultato dell'indagine "Energia Cartolare" iniziata un anno fa dai finanzieri trevigiani, i quali hanno coperto una maxi-frode da 500 milioni di euro sui cosiddetti "Titoli di Efficienza Energetica", dietro presentazione di progetti di efficientamento energetico, in realtà mai eseguiti. È stato accertato che i fornitori di società che detenevano «certificati bianchi», incaricati ad "evadere" le pratiche, erano evasori totali, oppure presentavano dichiarazioni annuali con valori irrisori, e comunque incongrui rispetto a quelli indicati dai clienti.

I finanzieri hanno così scoperto che 15 Energy Saving Company avevano attestato falsamente al Gestore dei Servizi Energetici (organo del Mef) di aver eseguito oltre 3.900 interventi di efficienza energetico, consistenti principalmente nella sostituzione di vetri semplici con doppi vetri, isolamento di pareti e coperture per il riscaldamento o raffrescamento di involucri edilizi. In tal modo maturavano il diritto al rilascio di Titoli di Efficienza Energetica (i "certificati bianchi"), rappresentativi, in sostanza, di un contributo pubblico per il risparmio di energia. Ma sia gli artigiani che i loro clienti non sapevano nulla; erano stati "rubati" i dati per fare fatture false.

La negoziazione di questi titoli sul mercato regolato dall'apposito Gestore (Gme) ha garantito agli indagati di ottobere un indebito profitto di circa 110 milioni di euro. Si tratta solo di una parte dell' importo, stimato in oltre cinquecento milioni di euro, che gli indagati avrebbero potuto monetizzare negli anni successivi e che invece è stato stoppato dalle fiamme gialle della Marca.
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Il Gazzettino