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Si dovrà aspettare ancora molto tempo prima che l'unica risonanza magnetica dell'ospedale di Pordenone torni ad essere utilizzata a pieni volumi. Come dire, insomma che gli esami al la casa di cura San Giorgio, ma anche in altre strutture, andranno avanti ancora a lungo. Ma c'è di più. Già, perché oltre al policlinico pordenonese, i pazienti ricoverati e gli esterni che hanno la prescrizione del medico di base per utilizzare la diagnostica, quasi certamente saranno indirizzati anche in altre strutture private proprio per non intasare ulteriormente e allungare le liste di attesa. La direzione generale del Santa Maria degli Angeli, infatti, sta già cercando altre strutture dove canalizzare gli utenti che necessitano l'esame sia perché i tempi per rientrare all'ospedale sono lunghi e anche per il fatto che i numeri crescono.
ALL'INTERNO
Il problema, infatti, si è acuito perché la risonanza magnetica che si trova all'interno dell'ospedale a causa della carenza di personale non riesce a dare risposte sufficienti per contribuire a smaltire la lista di attesa. I radiologi che operano all'interno, infatti, sono pochi, troppo pochi e si occupano in prevalenza degli esami ai pazienti che provengono dal pronto soccorso . A loro si sommano quelli della Senologia. Impossibile fare di più. Una apparecchiatura ottima, perfettamente funzionate, ma sotto utilizzata per la carenza di personale.
IL CONCORSO
Sono tre le strade che il direttore generale Giuseppe Tonutti ha intrapreso per cercare di rimettere in carreggiata uno dei Servizi più importanti dell'ospedale, quello di Radiologia, appunto. La prima è stata quella di indire un concorso per il conferimento di incarichi individuali di lavoro autonomo al quale ha partecipato un pensionato di lusso, il dottor Paolo Mancinelli, già primario della Radiologia e della Radiologia interventistica.
IL PERSONALE
Ma sulla carenza di personale torna all'attacco il consigliere del Pd, Nicola Conficoni che la prende alla larga, passando anche per la perequazione dei fondi tra l'Asfo e le altre aziende sanitarie del territorio regionale. «Che la perequazione dei fondi per il salario accessorio assegnati alle diverse aziende sanitarie fosse una priorità di Riccardi è assolutamente un'invenzione. Dopo sei anni di guida della salute pubblica si è deciso solo ora a fare un passo più volte sollecitato, in ultimo con la mozione discussa a ottobre dello scorso anno. Adesso è necessario cambiare rotta e investire sulle risorse umane». Tutto vero, ma è altrettanto vero che prima alla guida della regione c'era il Pd con governatore Debora Serracchiani e la perequazione non c'è stata comunque. In ogni caso Conficoni va avanti puntando il dito. «Anziché fare passerelle, l'assessore dovrebbe aprire al dialogo, non solo di facciata, e confrontarsi con la popolazione che subisce le liste di attesa e il taglio dei servizi. Perché non va a San Vito, dove i cittadini stanno firmando in massa contro la chiusura del punto nascita, a chiarire perché non viene riaperto riorganizzando le risorse a disposizione del dipartimento materno-infantile? Va presa piena coscienza del fatto che la crisi del personale della sanità pubblica regionale è il nodo principale del sistema salute - conclude - e la perequazione è un positivo primo passo, ma serve una svolta sulle risorse umane che, come ha ricordato anche il primario del Cro, Borsatti, sono indispensabili a sfruttare appieno le potenzialità delle tecnologie. Si inverta la rotta e si riportino i medici e i professionisti della salute nel sistema pubblico, solo così si daranno risposte, in termini di servizi a tutti i cittadini, presi in giro dall'assessore sui rimborsi per le cure private». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino