FELTRE - Il lupo si introduce nella riserva naturale del Vincheto di Celarda e fa strage di cervi. Non si era mai spinto così vicino alla riserva. Nel passato si contano...
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«È la prima volta che succede nel recinto - spiegava ieri il colonnello Gianfranco Munari, comandante del Reparto carabinieri Forestali per la Biodiversità di Belluno - sembra quasi che abbiano scelto questo momento di calma per fare strage. È accaduto il giorno di Pasqua quando sono stati uccisi 6 cervi. Dopo il primo evento abbiamo provveduto a chiudere, con dei picchetti in ferro, tutti i buchi che abbiamo trovato: erano state scavate 3 fosse sotto la rete. Malgrado questa attività di rinforzo, però, questa notte si sono ripresentati, uccidendo altri due cervi, e questa volta non abbiamo trovato buche. La rete è quella classica verde: forse sono in grado, nella velocità, anche di saltarla».
E il lupo è stato più che mai sfrontato. «Abbiamo sempre gente che gira perché lavorano anche in questo periodo, anche se alcune attività sono sospese - prosegue il colonnello - e abbiamo anche personale che vive e dorme a 100 metri dal luogo della predazione e non ha udito nulla».
LE INDAGINI
Le indagini proseguiranno con le analisi dei reperti ritrovati nell’area della predazione sugli animali sbranati o morti soffocati. Ma la certezza è che si tratti di lupo. «Non c’erano tracce perché il terreno è asciutto e abbiamo trovato solo questi buchi - spiega il comandante Munari - ma è difficile pensare a altro, come a cani selvatici. Se fosse un branco lo vedremmo, perché il cane non è accorto come il lupo. Il fatto di agire solo, nella notte, con tutte queste cautele e di colpire e scappare non può far altro che indicare che si tratta di un selvatico furbo e accorto capaci di grandi attacchi, ovvero il lupo». Ma potrebbe comunque esserci una spiegazione, diversa dalla necessità di cibarsi, alla strana predazione al Vincheto, dove gli animali sono in un recinto. «Abbiamo pensato - conclude il colonnello Munari - che fosse una cucciolata e l’attività fosse una forma di insegnamento ai piccoli. Sapendo che gli animali predatori attaccano per mangiare e non per divertirsi, il nostro pensiero è stato questo».
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino