Sono stati dissequestrati i 360mila euro sottratti nel "rifugio" di una villa di Aviano. Angelo Ignomeriello, 48enne originario di Bitonto (Bari) che lavorava come...
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Ieri il denaro è stato interamente restituito ai legittimi proprietari. Ma adesso il rischio, per i due professionisti, è di essere sottoposti ad accertamenti di natura fiscale da parte dell'autorità giudiziaria, nonostante sia stato spiegato agli inquirenti che l'ingente somma di denaro è frutto di un'eredità. Non sempre, infatti, si tiene in considerazione che gli importi che superano i 100mila euro vanno indicati nella dichiarazione di successione, altrimenti si rischia di incappare in reati fiscali o addirittura in un'ipotesi di riciclaggio. In questi casi le verifiche da parte della Guardia di finanza si concentrano anche sui numeri di serie delle banconote già conteggiate dai Carabinieri al momento del recupero. Se saranno compatibili con il periodo in cui la somma è stata lasciata agli eredi, non ci saranno conseguenze penali.
Il furto dei 360mila euro risale allo scorso marzo. Le vittime lo hanno segnalato ai carabinieri della stazione di Aviano, che assieme ai colleghi di Polcenigo e del Nucleo operativo di Sacile hanno cominciato a indagare. Non c'era alcun segno di effrazione nell'abitazione. Non una finestra forzata o una porta con segni lasciati da grimaldelli o piedi di porco. Un elemento anomalo, che ha fatto concentrare i sospetti sui domestici. Poco prima di Pasqua gli investigatori hanno capito che uno dei potenziali sospettati aveva una certa disponibilità di denaro. Messo alle strette, Ignomeriello ha confessato e fatto ritrovare i soldi che aveva sistemato nella propria abitazione, dove erano stati nascosti in modo che, quando ne aveva bisogno, li prelevava da una colonna in cartongesso.
Il domestico di Bitonto lavorava da tre anni ad Aviano. Era un factotum, si occupava della gestione della casa e risolveva qualsiasi problema. Era un dipendente benvoluto, trattato come una persona di famiglia. In lui era stata riposta la massima fiducia. Soltanto dopo l'arresto e i cinque giorni passati in carcere ha pienamente realizzato che cosa aveva combinato. Il suo legale ha scelto il patteggiamento in fase di indagine raggiungendo un accordo su 1 anno e 6 mesi, pena sulla quale adesso dovrà pronunciarsi il giudice per le udienze preliminare. Avendo concordato la sospensione della pena, l'uomo è stato scarcerato con obbligo di firma alla pg.
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Il Gazzettino