Dopo 26 anni il Ministero indennizza l'ex dirigente rimasto senza compensi (per una decisione illegittima)

Dopo 26 anni il Ministero indennizza l'ex dirigente rimasto senza compensi - Foto di moerschy da Pixabay
Dopo un quarto di secolo, il ministero delle Infrastrutture risarcirà l'ex dirigente rimasto senza incarico per una decisione illegittima. A stabilirlo è la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Dopo un quarto di secolo, il ministero delle Infrastrutture risarcirà l'ex dirigente rimasto senza incarico per una decisione illegittima. A stabilirlo è la sentenza, pubblicata ieri, con cui il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso per ottemperanza promosso da Federico Cempella, già provveditore alle Opere pubbliche del Friuli Venezia Giulia (e noto in Veneto anche come accusatore sul caso Mose, quando sosteneva di non essere stato nominato magistrato alle Acque in quanto non favorevole al progetto e non allineato al sistema). Al lordo di una serie di compensazioni erariali, dovute a un complesso contenzioso, all'85enne spettano 125.000 euro più gli interessi: se il Mit non provvederà nel giro di un mese, verrà nominato un commissario ad acta.


LA VICENDA


L'inizio della vicenda risale al 1998, quando il dicastero aveva comunicato la soppressione della Commissione per la verifica ed il collaudo dei porti turistici, di cui faceva parte anche Cempella. Nel 2006 quella nota era stata ritenuta illegittima e annullata dal Consiglio di Stato. Lamentando la perdita dei compensi connessi al ruolo, l'ingegnere aveva presentato ricorso al Tar del Lazio, che nel 2013 aveva condannato il ministero al risarcimento dei danni, rideterminati nel 2016 dai giudici amministrativi di secondo grado appunto in 125.000 euro. Ma quel verdetto era rimasto sostanzialmente sulla carta, perciò l'ex dirigente ne aveva chiesto l'esecuzione attraverso la liquidazione di 155.000 euro, considerando pure la rivalutazione e gli interessi. Gli anni sono passati e le cause si sono intrecciate. Nel corso del giudizio, infatti, l'Avvocatura generale dello Stato ha fatto presente la sussistenza di un'esposizione debitoria di Cempella nei confronti del Provveditorato interregionale di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, per canoni e utenze dell'alloggio di servizio a Trieste, non pagati per reazione al credito maturato.


IL COMPORTAMENTO


Alla fine il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere la compensazione fra crediti e debiti, fino al raggiungimento dei 125.000 euro, ai quali dovranno essere comunque aggiunti gli interessi. I magistrati hanno imposto al Mit di effettuare il versamento entro 30 giorni, altrimenti interverrà un commissario. La sentenza ha precisato che, «considerato il comportamento processuale ed extraprocessuale dell'Amministrazione resistente, nonché la persistente inottemperanza, sia pure parziale», il ministero dovrà anche versare 5.000 euro di spese.
A.Pe. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino