Anziano travolto da un furgone, muore dopo due anni: risarcimento milionario, il giudice include anche i nipoti

Sentenza di risarcimento
PIANIGA (VENEZIA) - Investito da un autocarro mentre era in sella della sua bicicletta, morì due anni dopo a causa delle ferite riportate. Una fine dolorosa per G.P.,...

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PIANIGA (VENEZIA) - Investito da un autocarro mentre era in sella della sua bicicletta, morì due anni dopo a causa delle ferite riportate. Una fine dolorosa per G.P., 75enne di Pianiga, e per i suoi familiari. Inizialmente l'assicurazione dell'autista dell'autocarro aveva risarcito vedova e figli per un totale di 720mila euro. Cifra ritenuta incongrua dai familiari che erano ricorsi al Tribunale civile. La causa si è conclusa ad ottobre. Il giudice Alessandra Cabianca ha ricalcolato i risarcimenti, includendo anche i nipoti, per un totale che è così salito a un milione e 300mila euro. La differenza è stata saldata in questi giorni dall'assicurazione.

L'INCIDENTE
L'incidente di cui rimase vittima il pensionato risale al 19 luglio del 2017. G.P. stava percorrendo, in sella alla sua bici, la pista ciclabile che costeggia via Di Rivale in direzione Pianiga centro - Mellaredo. Fu investito da un autocarro Fiat Iveco che proveniva da un accesso privato. L'anziano riportò lesioni gravissimi e da persona pienamente autonoma si ritrovò invalido, bisognoso di assistenza continua. Un calvario durato due anni, fino alla morte sopraggiunta nel luglio del 2019. L'autopsia disposta dalla Procura confermò il nesso di causa tra l'incidente del 2017 e la morte, due anni dopo. L'autista dell'autocarro, imputato di omicidio stradale, patteggiò 11 mesi con la sospensione della pena, mentre la sua assicurazione versò i 720mila euro come risarcimento per la vedova e i tre figli, ma non per i nipoti.

LA CAUSA


Un risarcimento impugnato dai familiari che, assistiti dallo studio Caldera, hanno fatto causa all'autista e alla sua assicurazione per ottenere un calcolo e una distribuzione diversa. La sentenza del giudice Cabianca, depositata ad ottobre, ha riconosciuto l'«integrale responsabilità del conducente l'autocarro Fiat Iveco nel causare del sinistro - riferisce una nota dello studio Caldera - e condannato i convenuti al pagamento dei danni subiti dal sig. G.P. liquidando il danno terminale sopportato da quest'ultimo secondo le tabelle del Tribunale di Milano, nonché facendo ricorso all'equità. É stato anche riconosciuto il risarcimento dei danni subiti dai congiunti - moglie, figli e nipoti tenuto conto della valenza del legame familiare».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino