Belluno traina la ripresa: «C’è il rimbalzo nel mercato del lavoro»

Belluno guida la ripresa
BELLUNO - La fotografia che la Regione Veneto scatta della situazione del mercato del lavoro nel territorio non è foriera di catastrofi annunciate. Fortunatamente. Ed in...

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BELLUNO - La fotografia che la Regione Veneto scatta della situazione del mercato del lavoro nel territorio non è foriera di catastrofi annunciate. Fortunatamente. Ed in particolare quella che mette a fuoco la situazione della provincia di Belluno è, almeno per alcuni versi, migliore di quella scattata nelle altre aree del Veneto. Sono queste alcune delle considerazioni esposte ieri dall’assessore al Lavoro Elena Donazzan e da Alessandro Agostinetti (che guida la Direzione Lavoro di Regione del Veneto), Tiziano Barone (direttore di Veneto Lavoro) e Mattia Losego (responsabile dell’unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro).


IL QUADRO GENERALE
Dal punto di vista percentuale, in questo momento Belluno (-5%) appare infatti seconda solo alla provincia di Rovigo (4%) per quanto riguarda il numero di posti di lavoro persi rispetto al 2019; ma ha la maglia rosa di prima della classe per quanto riguarda il recupero, rispetto al 2020, con un incoraggiante +31%. E va segnalato che la seconda migliore performance è quella, a parimerito, con Venezia e Vicenza (+23%). Naturalmente il terreno da recuperare è ancora molto. Perché se i semestri bui sembrano ormai alle spalle, sono ancora lontani da raggiungere i valori di occupazione pre-Covid. Il confronto fra il 2019 e il 2021 delle assunzioni, infatti, per la provincia di Belluno segna una contrazione del 6%.
«IL RIMBALZO C’È»
Eppure il lavoro c’è, ha detto l’assessore Donazzan, bisogna far incrociare le richieste e le offerte: «C’è un rimbalzo nel mercato del lavoro, i licenziamenti dopo lo sblocco sono sotto controllo e abbiamo a disposizione 250.000 potenziali posti di lavoro da occupare. L’obiettivo della Regione è oggi puntare tutto sull’accompagnamento e la rimotivazione al lavoro. Dobbiamo gestire al meglio la transizione dall’inattività all’attività. Ad esempio abbiamo le liste dei Centri per l’impiego da ripulire, come fatto nel 2017, mettendo a disposizione i potenziali lavoratori alle imprese che stanno cercando personale da assumere». Fra le peculiarità del sistema messo a punto dalla regione Veneto, vi è la scelta di ragionare per comparti: «Così, per esempio, nel settore dell’occhialeria, mentre la Safilo in questo momento registra degli esuberi, la Essilor ha bisogno di assumere – ha precisato la Donazzan – e noi li facciamo parlare».
LA CONTRAZIONE

I numeri sono stati illustrati in dettaglio da Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro che ha puntualizzato come nel 2020 la perdita dei posti di lavoro sia stata di 40.000 unità, mentre oggi i lavoratori a rischio licenziamento sono circa 30.000. I disoccupati iscritti agli elenchi dei Centri per l’Impiego al 31 marzo 2021 risultano 398.010. In sostanza, sono circa 12.000 disoccupati al mese, dei quali 10.000 arrivano per la perdita del posto di lavoro e 2.000 sono giovani in cerca di prima occupazione. Il bellunese Mattia Losego, responsabile dell’unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro, dopo aver citato i casi di Acc e Ideal Standard, ha presentato le cifre della gestione delle crisi aziendali. Si tratta di 32 tavoli attivati per un totale di 6.500 lavoratori interessati e 8 i tavoli di filiera oggi attivi (occhialeria, calzaturiero, concia, moda, logistica, agricoltura, turismo, settore aeroportuale). Da sottolineare il numero di incontri, 125, svolti con le parti interessate da ottobre 2020 a giugno 2021.

 

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Il Gazzettino