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PORDENONE - Anche il comparto della ristorazione e dell'accoglienza - che finalmente da domani potrà ripartire con una quasi normalità - guarda al dopo-pandemia come occasione per aumentare la formazione, in particolare manageriale, nel settore. Il Covid lascerà sul campo molte realtà che non ce la faranno, così come sono previsti diversi cambi di gestione.
PIÙ FORMAZIONE
«Sarà l'occasione - come ammette il presidente della categoria dei ristoratori dell'Ascom provinciale, Pier Dal Mas - per ripensare alla formazione come categoria e per aprire un confronto, con la Regione e con le altre istituzioni, anche per rivedere e riaggiornare i programmi e gli obiettivi delle scuole alberghiere del territorio».
Assaporano la ripartenza anche gli operatori della ristorazione, dell'accoglienza e del turismo. Nei quattordici mesi di emergenza Covid, tra le diverse interruzioni dovute al lockdown e poi agli stop dei colori del semaforo sanitario, hanno dovuto tenere le serrande abbassate per circa otto mesi.
CORSI IN PREPARAZIONE
Per questo, già durante il lockdown, i professionisti del cibo, non sono stati con le mani in mano. Hanno pensato a come programmare la futura formazione dei giovani del settore. In modo che - aggiunge Dal Mas - ci sia una competenza anche manageriale in grado di fare fronte a difficoltà gestionali e finanziarie». Ma non soltanto. La ripartenza mette di fronte il settore al problema della mancanza di personale. Molti operatori hanno dovuto cambiare settore a causa delle lunghe chiusure. «Anche per questo - è l'appello dell'Ascom - è necessario ridiscutere con le istituzioni e il mondo della scuola gli obiettivi e l'immagine delle scuole alberghiere. Sono quelle per noi le vere fucine di futuri talenti. Per questo serve rafforzare ancora di più l'asse tra il settore e le scuole».
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Il Gazzettino