Salvataggio del rinoceronte bianco, creati 5 nuovi embrioni: il Bo in prima linea nella ricerca

Barbara de Mori, progetto rinoceronte bianco
PADOVA - Il Bo è in prima linea nel cercare di salvare dall'estinzione il rinoceronte bianco africano. Barbara de Mori, docente di etica veterinaria, bioetica ed etica...

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PADOVA - Il Bo è in prima linea nel cercare di salvare dall'estinzione il rinoceronte bianco africano. Barbara de Mori, docente di etica veterinaria, bioetica ed etica del benessere animale, ha dato il suo contributo scientifico al progetto BioRescue.


Dopo tre anni dall'inizio dell'ambizioso progetto la squadra di BioRescue annuncia i primi risultati positivi: utilizzando le tecnologie di riproduzione assistita è stato possibile creare 5 nuovi embrioni dopo il decimo prelievo di ovociti (cellule uovo immature) dalla femmina di rinoceronte bianco del nord Fatu, il totale di embrioni prodotti dalla squadra internazionale sala a quota 22, utilizzando lo sperma di due maschi di rinoceronte.
L'esito positivo di questi risultati rafforza la speranza di avere successo nel dare vita ad una nuova discendenza e un nuovo futuro ad un erbivoro chiave per l'Africa Centrale come il rinoceronte bianco del nord. Allo stesso tempo, il progetto attribuisce la massima importanza al rispetto della vita e del benessere dei singoli animali coinvolti. Regolari valutazioni veterinarie ed etiche delle procedure di prelievo degli oociti mostrano che Fatu gestisce bene la procedura e non mostra segni di effetti avversi sulla sua salute. Precedentemente si era tentato di recuperare gli oociti da Najin, madre di Fatu, ma la raccolta è stata interrotta nel 2021 a seguito di una valutazione etica approfondita del rischio.

Gli ovociti sono stati immediatamente trasportati via aereo al laboratorio Avantea a Cremona. Dopo la maturazione, 7 di questi sono stati fecondati usando seme preventivamente scongelato proveniente da Angalifu, un maschio di rinoceronte ormai deceduto. Alla fine, 5 embrioni di Fatu sono stati prodotti con successo e criopreservati in azoto liquido. Questo prelievo ha seguito il nono recupero di oociti condotto nello stesso luogo e dalla stessa squadra il 24 aprile. Dei 16 ovociti raccolti, 3 embrioni erano stati prodotti nel laboratorio Avantea, sempre usando il seme di Angalifu.


Il successo di entrambe le procedure porta il numero totale degli embrioni a 22. «Mantenere un attento monitoraggio del benessere degli animali coinvolti e bilanciare questi aspetti con i benefici della conservazione è di fondamentale importanza» afferma De Mori.
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Il Gazzettino