Energia alle stelle, all’Ulss bollette più care di oltre 4 milioni e mezzo di euro

Un reparto dell'ospedale di rovigo
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ROVIGO - Numeri che sembrano impazziti e bollette che si gonfiano giorno dopo giorno. I rincari energetici non risparmiano niente e nessuno. Nemmeno gli ospedali. Anzi, proprio la sanità rischia di veder aumentate a dismisura le voci di spesa che nei bilanci rientrerebbero nei costi fissi, ma che fissi non sono più: per l’Ulss Polesana la stima per il 2022 è di arrivare a spendere 4,6 milioni di euro in più rispetto a quanto era stato preventivato. A fronte dei 12 milioni di euro di canone del servizio di gestione calore ed energia stimati a fine 2021, già tenendosi larghi visto che i prezzi avevano già iniziato a salire, prima ancora dell’esplosione degli ultimi mesi, l’ultimo aggiornamento è di un canone di 16,6 milioni. Somme alle quali va poi aggiunta l’Iva. Un aumento secco di poco meno del 40%, che in questo caso significano svariati milioni di euro.



SOLDI DA PARTE
«Stiamo facendo accantonamenti prudenziali - spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria polesana Patrizia Simionato - ovviamente anche a fronte di rincari così importanti modificheremo nulla che possa intaccare la nostra offerta sanitaria. Per dirlo più chiaramente, in sanità non si può tagliare sulle spese energetiche perché questo potrebbe compromettere la qualità dei nostri servizi e quindi non ci pensiamo nemmeno. Speriamo che vengano presi provvedimenti a breve dal Governo per calmierare questi rincari, perché comunque si tratta di somme che impattano sui bilanci in modo pesante».
Così come, del resto, sta avvenendo per tutti. Per non rischiare di trovarsi a fine anno con una spesa imprevista e accantonare il necessario per far fronte al pagamento della bolletta energetica, la direzione aziendale si è interfacciata con la Siram, il colosso della gestione dei servizi energetici e tecnologici per il mercato pubblico, sanità in primis, alla quale a dicembre scorso è stata chiesta una proroga tecnica dei contratti in essere con l’Ulss Polesana, secondo i principi di rinegoziazione che erano stati stabiliti da Azienda Zero nel 2018, per l’intera annualità 2022, cioè fino all’aggiudicazione definitiva del nuovo appalto di gestione energetica e tecnologica integrata degli impianti di tutte le aziende sanitarie della Regione del Veneto.


I NUMERI
Siram, valutando l’aumento dei costi dovuti al “caro energia”, con una nota trasmessa all’Ulss lo scorso 19 luglio, ha trasmesso il conteggio provvisorio stimato relativamente al canone per l’anno in corso. E, più precisamente, 11.607.851 euro per quanto riguarda il servizio per le strutture dell’ex Ulss 18 di Rovigo, e 5.010.829 euro per l’ex Ulss 19 di Adria. In totale, quindi, 16.618.680 euro, più Iva. Rispetto ai 12.001.719 di quanto era stato previsto a dicembre scorso, si tratta di 4.616.961 euro in più. Sono stime, perché la spesa che poi l’Ulss sosterrà sarà determinata con precisione alla fine dell’anno, sulla base dei consumi effettivi. Quindi potrebbe andare anche meglio. Potrebbe andare anche peggio, però. Purtroppo al momento sembra difficile fare previsioni a lungo termine.


«C’è poco da dire, è una situazione difficile per tutti - commenta il direttore amministrativo dell’Ulss Polesana Urbano Brazzale - un anno fa non pensavamo che si potesse verificare una situazione del genere. Faremo fronte anche a questo, speriamo che ci siano degli interventi mirati. È chiaro che non possiamo toccare quelli che sono i consumi delle strutture ospedaliere, che devono sempre funzionare al meglio, vedremo i decreti se interesseranno le strutture amministrative. Il fatto è che se non ci saranno interventi decisi, il 2023 si preannuncia ancora più nero».

 

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Il Gazzettino